CIVITAVECCHIA - Non luogo a procedere. È questa la richiesta unanime arrivata da parte degli avvocati difensori delle 13 persone indagate nell’inchiesta per il fallimento della Privilege Yard. Sono terminate questa mattina, infatti, le discussioni dei legali, iniziate il 18 gennaio scorso con l’avvocato Franco Coppi, difensore del collegio sindacale, che aveva avanzato richiesta di proscioglimento per i suoi assistiti.
Ed è quello che hanno fatto tutti gli altri avvocati, a partire da Pier Luigi Bianchini, difensore di Mario La Via, ex amministratore delegato della società, e Daniele Barbieri, legale del progettista Angelo Di Paolo i quali hanno ribaltato le tesi accusatorie, contrastando quanto messo in evidenza, nel corso delle proprie requisitorie, dai pubblici ministeri Mirko Piloni ed Allegra Migliorini che per tutti e tredici gli indagati hanno chiesto il rinvio a giudizio. Secondo gli avvocati, quindi, non ci sarebbero elementi tali da poter sostenere la necessità di proseguire il percorso processuale con un dibattimento. Su questo aspetto dovrà quindi esprimersi il giudice Francesco Filocamo, che il 27 febbraio prossimo dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno gli indagati. In ballo milioni di euro, un’area da 11 ettari alla Mattonara ed un megayacht che non è mai stato completato, con intrecci bancari ed un fallimento giunto dopo anni di dubbi ed incertezze.
E intanto nei giorni scorsi il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Arezzo ha condannato, attraverso il rito abbreviato, quattro ex dirigenti di Banca Etruria nel filone di inchiesta per bancarotta. Tra le attività che avrebbero provocato il dissesto finanziario, l’accusa ha indicato anche i 30 milioni di euro per la realizzazione proprio del mega yacht - mai completato - all’interno del cantiere Privilege Yard nella zona nord del porto di Civitavecchia.