TARQUINIA - Rinnovabili, il Tar del Lazio ha bocciato le linee guida della Regione, riaprendo di fatto il progetto per il fotovoltaico presentato dalla Sun Legacy 5 a Tarquinia. A commentare la notizia è l’associazione Gis, gruppo impianti solari che accoglie con favore la sentenza del Tar del Lazio, che di fatto ha stabilito l’illegittimità delle linee guida della Regione sulle rinnovabili, con le quali era stato limitato lo sviluppo degli impianti in ogni provincia a un massimo del 50% del totale autorizzato nella Regione. Uno stop che riguardava essenzialmente la provincia di Viterbo che, insieme a quella di Latina e parzialmente a quella di Roma, è tra le uniche “appetibili” per la realizzazione di impianti per ragioni di rete elettrica, di morfologia del terreno e di irraggiamento.Territori che però, soprattutto quando non vengono realizzati impianti agrivoltaici, finiscono per sopportare pressoché da soli l’impatto della realizzazione di nuovi impianti.

«Gis è sempre stata critica nei confronti di questo provvedimento (deliberazione 171), approvato a maggio 2023 e prorogato a dicembre dello scorso anno, per due motivi - spiegano dall’associazione - . Il primo è che si traduceva in un divieto generalizzato a qualsiasi nuovo impianto nella provincia di Viterbo e, quando si fanno le crociate aprioristiche, si producono solamente ingiustizie. Il secondo è che il totale autorizzato che si prendeva come riferimento per impedire l’avvio di procedimenti nelle singole province non era un numero fisso, bensì variabile di data in data. Un progetto poteva quindi essere escluso o approvato non in base alla validità delle soluzioni proposte, ma a seconda della tempistica di effettiva presentazione dell’istanza di autorizzazione. In questo modo, le linee guida del Lazio si risolvevano in una sorta di moratoria sine die, espressamente vietata dalla legge nazionale».

La sentenza

Queste criticità vengono rilevate anche al punto 24 della sentenza 6969 dell’8 aprile del Tar Lazio, con cui è stato accolto il ricorso di una società che aveva proposto la realizzazione di un impianto agrivoltaico da 8 MW e si era vista sbarrare la strada. Al punto 40 si legge invece che alle Regioni “non è impedita l’introduzione di criteri di proporzionalità e sussidiarietà volti allo sviluppo armonico degli interventi in materia sul territorio regionale, restando fermo, tuttavia, che i singoli procedimenti vanno definiti in seguito a una puntuale istruttoria procedimentale, nell’ambito della quale, anche sulla base delle valutazioni compiute a monte negli atti di programmazione, potranno trovare adeguata considerazione le istanze di tutela delle matrici paesaggistiche e ambientali che vengano in rilievo». «Il problema – spiega il Tar - è che queste linee guida si traducono “nel divieto aprioristico di instaurare tale specifica interlocuzione procedimentale, donde l’inevitabile illegittimità per violazione dei principi inderogabili che governano la materia». Questa sentenza apparentemente ribalta un precedente pronunciamento dello stesso Tribunale, che il 31 dicembre 2024 aveva reperito un contenuto legittimo nelle linee guida della Regione Lazio. In realtà, la sentenza di dicembre non è in contraddizione con quest’ultima di aprile - commentano dalla Gis - A dicembre il Tar aveva infatti già spiegato che le linee guida del Lazio potevano avere uno spazio di legittimità, a condizione di interpretarle e applicarle come un mero atto di indirizzo e non come divieto generalizzato di realizzare impianti nella provincia di Viterbo. Accertato, invece, che la Regione e le Province applicavano le linee guida in modo automatico, esprimendo solo pareri negativi in fase di Via e negando le autorizzazioni uniche in fase autorizzativa, il Tar ha annullato la deliberazione che introduceva queste linee guida ed esposto la Regione alle richieste risarcitorie di tutte le società che si sono viste bloccare progetti sulla base di questo provvedimento.

Gli effetti della sentenza

La sentenza del Tar è immediatamente esecutiva e quindi produce subito l’effetto di rimuovere dall’ordinamento gli atti illegittimi della Regione. Saranno anche impugnabili tutti gli atti assunti dalle amministrazioni in fase di valutazione di impatto ambientale o di autorizzazione, che abbiano fatto applicazione delle annullate linee guida. «Ovviamente - spiegano dalla Gis - serve anche prudenza ed equilibrio, perché per qualche mese saranno ancora pendenti i termini per un eventuale appello al massimo giudice amministrativo, ossia il Consiglio di Stato. Noi di Gis, che ci impegniamo ad adottare i massimi standard etici e tecnici nello sviluppo dei progetti per una piena sostenibilità degli impianti, siamo consapevoli del fatto che manca l’ultimo grado di giudizio, ma non vorremmo dover ancora attendere i tempi della giustizia amministrativa. Auspichiamo perciò che la Regione Lazio si rassegni a prendere atto della sentenza del Tar, a maggior ragione perché è conforme a numerose pronunce della Corte Costituzionale, e interpreteremo un eventuale appello come un atto ostile, preconcetto e scriteriato». Nel frattempo, «sulla base dei condivisibili principi espressi dal Tar in armonia con l’intera giurisprudenza in materia ambientale», la Gis confida in uno sblocco favorevole per l’impianto agrivoltaico dell’associata Sun Legacy 5, che dovrebbe sorgere a Tarquinia, e sul quale la Regione Lazio ha per ora espresso parere non favorevole, principalmente proprio sulla base della delibera annullata dal Tar Lazio. La Regione aveva anche espresso preoccupazioni sulla perdita di habitat e di biodiversità: «ma questi pericoli - afferma la Gis - sono evitati grazie alla innovativa progettazione della nostra associazione. Su questo progetto attendiamo anche la pronuncia del Mase, chiamato a valutarne l’effettivo impatto ambientale».

La proposta della Gis

La Gis da tempo dedica il 3% di ogni Comune al fotovoltaico e lo 0,3% all’eolico, fuori da ogni vincolo. «Questa soluzione, contrariamente a quella della Regione, non sarebbe accompagnata da incertezza, perché la superficie dei comuni non cambia nel tempo - sottolineano dalla Gis -Inoltre sarebbe offerto un criterio temporale per valutare in modo omogeneo e giusto tutte le istanze di Via e di autorizzazione. Garantirebbe infine una maggiore equità nella distribuzione dei carichi tra enti locali nonché un abbassamento dei costi energetici per tutta la popolazione che, a queste condizioni, potrebbe forse più facilmente accettare gli impianti non vedendoli più tutti concentrati in poche aree».

Torna possibile il progetto della Sun Legacy 5 a Tarquinia

«Le autorità - spiega l’associazione - non l’hanno ancora accolta, ma noi la stiamo già mettendo in pratica. Dal 2019 non scegliamo più come località per i nostri impianti Montalto di Castro e Tuscania dove la percentuale del 3% è stata già abbondantemente superata. Questa è anche una delle ragioni per le quali la nostra associata “Sun Legacy 5” ha scelto Tarquinia per il suo progetto. La seconda è che l’area prescelta rientra nelle aree idonee ex lege, essendo in prossimità di un’autostrada, vicina a una Sottostazione Terna da 380 kV, confinante con un parco fotovoltaico e ben due aree industriali. Grazie anche alle innovative soluzioni che noi di Gis abbiamo presentato, questi impianti rappresentano oggi l’unico mezzo di salvaguardia di specie animali presenti in zona. In assenza di questi interventi (resi possibili dagli investimenti nel fotovoltaico), queste rischiano di scomparire per mancanza di habitat». «Insieme alle nostre proposte, prevalutate da giuristi esperti per porle al riparo da sentenze di annullamento e dai conseguenti rischi risarcitori che ora la Regione e le Province correranno, dobbiamo anche sottolineare la completa mancanza di visione della Regione Lazio a trazione Rocca - dichiara Raffaello Giacchetti, presidente di Gis - che ha contraddetto un indirizzo di buon senso sposato in precedenza, che lasciava l’ultima parola non alla politica, ma ai prudenti tecnici ed esperti ambientali e urbanisti funzionari pubblici. Ora la Regione (e purtroppo diverse Province) ha zittito i propri tecnici e si è abbandonata a decisioni tutte politiche, dal sapore di perenne campagna elettorale”. Il portavoce ed avvocato Giovanni Sicari aggiunge: «Gli atti regionali (normativi e di amministrazione) sono spesso sciatti e malscritti, irragionevoli e contraddittori rispetto ad altre norme regionali o a quelle nazionali. Finiscono così per essere puntualmente annullati o smentiti dai Tribunali amministrativi di competenza. Se non vi sarà un cambiamento di rotta e di spirito, in Regione dovranno rassegnarsi a occuparsi non della pianificazione di un futuro sano per il territorio, ma piuttosto delle cause di responsabilità e dei risarcimenti per i danni che questi atti illegittimi hanno prodotto. Anche se certi danni, come quelli ambientali ed energetici, che conseguono al mancato armonico e sano sviluppo delle energie rinnovabili, difficilmente potranno essere riparati per via risarcitoria».

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