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CERVETERI - «Ho fatto solo il mio lavoro, quei due bambini erano in difficoltà e mi sono tuffato: non c’era tempo da perdere». Non è stato un salvataggio banale quello dell’altro pomeriggio a Campo di Mare, costa cerveterana. Ottavio Pone, 58enne bagnino dello stabilimento Ocean Surf, ha rischiato la sua di vita per salvarne altre due. Perché il mare era molto mosso, la bambina di 11 anni era già al largo in balia della risacca, spesso presente in quel punto, e aveva bevuto molta acqua. E anche il tentativo del fratello di 15 anni si era rivelato vano. Scene drammatiche. Così il bagnino, dopo una corsa di 200 metri sulla riva, ha iniziato a nuotare velocemente nel tratto di spiaggia libera di via Navigatori Etruschi riuscendo a recuperarli entrambi. In suo aiuto sono intervenuti alcuni giovani che stavano praticando sup. Sul posto i vigili urbani di Cerveteri, poi la guardia costiera di Ladispoli e naturalmente i sanitari del 118 che hanno trasportato in ospedale per accertamenti la piccola ucraina, al mare con la madre e il fratello appunto. Le condizioni della bimba sono buone. Passata la paura, non sono mancate però le polemiche perché quello è un ampio tratto di spiaggia libera dove il comune di Cerveteri non ha al momento attivato il servizio di sorveglianza. A maggior ragione dopo lo spostamento dell’Associazione Nautica che di fatto ha lasciato sguarnita questa parte del lungomare. L’estate è appena iniziata e già si è sfiorata la tragedia, sventata solo dalla prontezza di un bagnino di uno stabilimento balneare. Turisti e residenti chiedono maggiore sicurezza alle istituzioni locali affinché diano delle risposte precise garantendo un servizio fondamentale come ha fatto ad esempio il comune di Ladispoli posizionando i bagnini in almeno sei zone della costa.
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