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Arsenico nell’acqua, il Comitato di quartiere San Pellegrino scende in campo. Le ultime ordinanze di non potabilità dell’acqua a settembre per l’alta concentrazione di arsenico nell’area servita da Monte Jugo e a ottobre per la contaminazione da enterococchi nella zona servita dalla fonte Respoglio- Settecannelle, hanno rilanciato su larga scala il problema di soluzioni strutturali per rendere l’acqua nella città dei papi sempre utilizzabile per bere e uso domestico. Intanto il problema ha accumulato decenni di dibattiti, prese di posizione, scambi di accuse politiche e dubbi sulla modalità migliori per venirne a capo. Tra i problemi principali gli alti costi dei potabilizzatori e di gestione, i lunghi tempi d’intervento della Regione Lazio e il mancato pieno coinvolgimento dei privati per diluire i costi generali. Il Comitato di quartiere San Pellegrino ha deciso di fare proposte attive e chiedere maggiore interesse da parte del Comune e della Provincia, implicati per competenza nel servizio idrico.
«Serve investire su nuovi impianti di potabilizzazione e sul potenziamento della rete idrica locale – dice il Comitato di San Pellegrino - per garantire sicurezza idrica e salute della popolazione viterbese. Ci sono livelli troppo alti di arsenico e contaminazione da enterococchi nella rete idrica e, perciò, è spesso vietato bere acqua che scorre dai rubinetti delle case e vietato utilizzarla per cucinare. Accade nel XXI secolo a Viterbo, capoluogo di provincia del Lazio, così come in altri più piccoli centri urbani della Tuscia».
Il Comitato è critico per una situazione che si protrae da troppo tempo e che non ha trovato mai una vera soluzione.
«Già in passato il fenomeno della presenza dell’arsenico nella rete idrica, che serve i Comuni del viterbese, ha avuto un forte impatto sulla popolazione e grande risonanza nei media - dice il Comitato - Adesso riesplode l’emergenza acqua potabile in questa parte del paese con gravi rischi per la salute delle persone. L’arsenico, specialmente nella sua forma inorganica, è tossico ed è un veleno per l’essere umano. Se ingerito a piccole dosi da acqua e cibo, giorno dopo giorno, può aumentare il rischio di tumori e di altre gravi malattie neurologiche, cardiovascolari, respiratorie, diabete ed effetti negativi su esiti riproduttivi».
Il Comitato chiede che «pertanto al sindaco, alla giunta comunale e al consiglio comunale di Viterbo, al presidente della Provincia e a tutti gli enti afferenti al sistema idrico locale di attivarsi immediatamente e senza esitazioni per garantire la sicurezza idrica della popolazione e difendere la sua salute».
L’informazione sull’acqua per il Comitato di quartiere di San Pellegrino «dev’essere puntuale e trasparente per i dati raccolti dal monitoraggio delle acque da parte di Asl e Arpa, ai quali si richiede, visti i valori oscillanti, la pubblicazione integrale dei risultati dei controlli effettuati su arsenico e fluoruri nonché di spiegare alla cittadinanza le ragioni dello sforamento dei limiti fissati dalla legge».