MONTALTO - Quattro anni per Carmelo Messina, 4 anni e mezzo per l’ex sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci (e altrettanti per Alessandro Fiordomi, ex direttore amministrativo del Parco naturalistico e archeologico di Vulci.

E’ la richiesta della Procura della Repubblica di Civitavecchia in merito agli atti di indagine della Guardia di Finanza per presunto peculato. Si parla di presunte spese di rappresentanza, pranzi e cene offerti per intrattenere pubbliche relazioni a favore dell’ente che Messina ha diretto per tre anni, dal 2016 al 2019.

L’inchiesta, come si ricorderà, era partita a seguito della denuncia dell’ex segretario del Pd locale Quinto Mazzoni.

L’ammontare del danno presunto a carico della Fondazione Vulci sarebbe di 36mila euro, comprensive anche delle spese di rappresentanza sostenute dai dipendenti.

Quelle effettive imputabili a Messina sarebbero di fatto solo 1800 euro. Nella cifra contestata figurano anche le 5mila euro pagate dalla Fondazione per il funerale di un dipendente deceduto: soldi che poi Messina restituì all’ente con una donazione privata. Nei 36mila euro è compreso anche l’acquisto della macchinetta del caffè data in uso alla direzione.

A Caci e Fiordomi vengono contestate spese per 96mila euro, relative anche al periodo Mastarna, la municipalizzata che ha gestito il parco di Vulci fino all’istituzione della Fondazione. Nel mirino della Finanza i pranzi e le cene per accogliere la stampa, compresa la Rai e quelle per offrire il vitto agli archeologi e agli studenti della Duke University che ogni anno arrivano a Vulci per degli scavi scientifici che compiono a proprie spese.

La vicenda è stata riassunta dallo stesso Messina che ha aggiornato sui social le varie fasi del processo per il quale si attende la sentenza il 18 aprile prossimo.

“Una delle cose che andrebbero riviste nella gestione di un processo penale riguarda i criteri di selezione del personale incaricato di compiere gli atti preliminari per conto della magistratura inquirente, - afferma Messina - specialmente se gli atti raccolti diventano oggetto di report che anticipano le valutazioni del magistrato. Vengo al caso mio, per raccontare un particolare che fa cogliere al volo il senso della mia affermazione. Il Parco di Vulci, cerca di evidenziare presso i "media" bellezze e storie della civiltà etrusca di cui Vulci è notevole espressione e contatta Alberto Angela (verrebbe da dire "niente popò di meno che),che cura una importante trasmissione su Rai Uno. Tra le varie opzioni Angela sceglie la nostra e registra una meravigliosa puntata che va regolarmente in onda sulla rete ammiraglia della Rai...» Contestato in pratica «il pranzo offerto di 150 euro per 10 persone (Angela e la troupe) nel ristorantino del Parco, dicendo "ma Angela è pagato dalla Rai perché dovete pagargli anche il pranzo ?" E qui ti cadono le braccia perché tocchi con mano la mancanza, non solo dei "fondamentali", ma della semplice pratica della gestione delle relazioni umane comuni dove la gratitudine, almeno quella minuta, ha sempre un posto di riguardo. La scelta ...doveva riguardare l'apprezzamento della spesa: era o no spesa di rappresentanza? Per chi vive di comunicazione la risposta è semplice..... E inanellando una serie di fattispecie simili, si induce il pubblico ministero a chiedere per me e gli altri due imputati quattro anni di reclusione. Quando ho sentito la richiesta ho avuto una crisi di nervi pensando ai miei figli e ai miei nipoti indirettamente infangati dalla condanna del padre o del nonno che in piena terza età è convinto di dover vivere solo di stima e onorabilità»

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