TARQUINIA – Denaro, ma anche interventi di manutenzione alle propria auto (una Mini minor), come il cambio delle gomme, al centro dello scambio che sarebbe avvenuto a favore del dottor Paolo Cardello, direttore dell’Unità operativa di Diagnostica per immagini dell’ospedale di Tarquinia, che a sua volta avrebbe garantito referti radiologici alterati per permettere alle vittime (vere o finte) di incidenti stradali (veri o fittizi) più consistenti indennizzi da parte delle assicurazioni.

Un sistema di presunte “mazzette” e di presunti referti falsi emerso a seguito di una indagine condotta dalla Polizia del Commissariato di Tarquinia e che ha portato la Procura di Civitavecchia (pm Roberto Savelli) ad iscrivere 11 persone nel registro degli indagati: il dottor Paolo Cardello, (nato a Brescia nel 1964, residente a Viterbo), il procacciatore di “clienti”, Pasqualino Catanea (nato a Roma nel 1968, domiciliato a Tarquinia), Massimo Bertini (nato a Civitavecchia nel 1988), Lorenza Gambini (nata a Roma nel 1966), Ferruccio Salsa (nato a Tarquinia nel 1969), Ferruccio Zacchei (nato a Tarquinia nel 1969), Stefania Nunziato (nata a Civitavecchia nel 1959), Mario Sabatino (nato a Catania nel 1969), Fabrizio Zega (nato a Viterbo nel 1964), Teodora Loredana Sabatino (nata in Romania nel 1974), Giordano Rossi (nato a Civitavecchia nel 1987).

Secondo la Procura “Cardello, per sottoporre a refertazione le persone di volta in volta indicate da Catanea senza passare per il centro di prenotazione dell’ospedale e rilasciare referti medici contenenti false attestazioni, riceveva dallo stesso Catanea somme di denaro pari a 300 euro circa a refertazione e il cambio di gomme e altri interventi di manutenzione per la sua autovettura Mini Minor, nonché altre utilità in corso di accertamento”.

Tutto sarebbe partito da una strana coincidenza: una persona rimasta coinvolta in un incidente avvenuto nel Viterbese e uno registrato ad Arezzo. La possibile segnalazione da parte della compagnia assicurativa avrebbe poi fatto scattare le indagini. Gli episodi contestati vanno da settembre 2022 a giugno 2024. Da una risonanza magnetica alla caviglia sinistra di un 61enne di Viterbo, F.Z.n 38 e che, secondo l’accusa, sarebbe stata alterata, e firmata dal primario di Radiologia dell’ospedale di Tarquinia Cardello; era il 6 settembre del 2022. Ad un altro episodio nel 2023, 24 agosto: una risonanza magnetica al ginocchio ad una donna di 66 anni di Civitavecchia (S.N.): per tramite di Catanea, il dottore sarebbe stato indotto ad elaborare un referto alterato. E ancora, il 30 dicembre 2022 un 38enne di Civitavecchia (G.R.) per un esame al polso; il 24 gennaio 2023 un 57enne di Catania (M.S.) al ginocchio; il 26 gennaio 2023 è il caso di F.Z. 53 anni di Tarquinia per un ginocchio; il 31 gennaio 2023, è la volta di una 51enne rumena (T.L.S. ) per un polso; il 21 marzo 2023, un 37enne di Civitavecchia (M.B.) per i piedi. Il 23 marzo e il 13 luglio 2023 un 59enne di Roma per le ginocchia (L.G.). Il 24 marzo 2023 un 56enne di Tarquinia, F.S. per le ginocchia.

Il medico Cardello (dal 2022 dirigente della Diagnostica per immagini, è stato medico a Belcolle e dal 1999 lavora per la Asl di Viterbo), difeso dagli avvocati Elisabetta Centogambe ed Alessandro Diddi, si è dichiarato un professionista del tutto innocente: “I referti sono tutti veri”. Il legale Diddi ha spiegato di aver affidato una consulenza tecnica ad un esperto che potrà chiarire la questione.

Catanea, raggiunto da un decreto di sequestro già nell’estate 2024, è invece difeso dall’avvocato Paolo Pirani che tuttavia non ha ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini. “Mi riservo di leggere gli atti di indagine, dal momento che formalmente come difensore non è arrivato nulla da parte della Procura - ha detto l’avvocato Pirani - faremo poi le opportune valutazioni per confermare e dimostrare l’estraneità dei fatti contestati di Pasqualino Catanea».

Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

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