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CIVITAVECCHIA – Come da tradizione, anche quest’anno la primavera è arrivata in mare davanti alla scogliera della Lega Navale di Civitavecchia, portando con sé un’energia nuova e un profumo di rinascita salmastra. È una domenica speciale, in cui la stagione non si annuncia solo con i primi tepori e cieli più chiari, ma si manifesta direttamente tra le onde, viva e dinamica, al ritmo delle vele gonfiate dal vento e del guizzare improvviso dei delfini.
Le prime luci del mattino accendono il mare di riflessi argentati, mentre i gommoni degli istruttori si muovono rapidi per seguire gli allenamenti degli atleti: chi sul windsurf cerca l’equilibrio perfetto tra velocità e controllo, chi sulle piccole derive a vela sfida il maestrale con decisione e grazia. Il mare è vivo, abitato, partecipato. E proprio in questa danza tra uomo, vento e mare, appaiono loro, i veri protagonisti inattesi: i delfini. Eleganti, curiosi, nuotano a poche decine di metri dalla scogliera, quasi a voler salutare la stagione che cambia. Non è la prima volta che si fanno vedere, ma ogni avvistamento è sempre una sorpresa che toglie il fiato. Gli atleti rallentano, i gommoni si fermano per un attimo, e un silenzio quasi sacro scende tra gli spruzzi: è la primavera che entra in scena, accompagnata dal respiro dei cetacei.
Questa consuetudine, che negli ultimi anni è diventata quasi un rito collettivo, conferma quanto il mare di Civitavecchia sia un ecosistema vivo e in relazione con chi lo abita: non solo pesci e mammiferi marini, ma anche sportivi, istruttori, appassionati e famiglie che si affacciano sulla scogliera con lo sguardo pieno di meraviglia.
Per la Lega Navale, la giornata rappresenta anche l’inizio simbolico di una nuova stagione di attività, corsi e regate, ma soprattutto di educazione al mare e alla sua tutela. La natura si mostra generosa, e l’uomo – in giorni come questo – sembra riscoprire il suo posto giusto: non sopra, ma dentro il paesaggio marino, parte di un equilibrio più grande.
Domenica 23 marzo non è solo un giorno di calendario. È una celebrazione. Un abbraccio tra la città e il suo mare. Un invito ad ascoltare, a rallentare, a partecipare. E quando i delfini compaiono, non è mai per caso.