Un patrimonio immobiliare vetusto e caratterizzato dalle peggiori prestazioni in materia di risparmio energetico, che lo collocano nelle fasce meno efficienti.
È la fotografia, che riguarda il 69,3% delle abitazioni della Tuscia, scattata da Confartigianato nazionale nel rapporto sulla transizione green redatto in occasione della “Settimana per l’energia e la sostenibilità” in corso da ieri e fino al 27 ottobre con eventi in varie città italiane.
Un’iniziativa finalizzata a un confronto di ampio respiro tra Confartigianato, imprese, istituzioni, esperti italiani e di livello internazionale sui pilastri dell’Esg (sostenibilità sociale, ambientale e di governance) per individuare le traiettorie di un nuovo modello di sviluppo che consenta di raggiungere, entro il 2030, gli obiettivi di efficienza e risparmio energetici fissati dalla direttiva Ue “Case green”.
Il Viterbese, nel report, è tra le province italiane con la percentuale maggiore di edifici meno efficienti dal punto di vista energetico.
Una sorta di graduatoria che vede in testa Rieti con il 78,8%, seguita da Enna (74,9%), Isernia (72,4%), Frosinone con il 71,3%, Genova (69,9%), Terni (69,7%), Viterbo con il 69,3%, Massa-Carrara (68,6%) e La Spezia (66,6%).
A livello regionale, il Lazio, oltre ad essere secondo alla Lombardia per il maggior numero di abitazioni costruite prima del 1980, si posiziona in testa per la più alta percentuale di edifici nelle classi energetiche più basse: il 65,6% contro la media italiana del 51,8%. Nel rapporto, oltre ai dati sulle condizioni di criticità in tema di efficienza energetica, si indicano anche le strategie per raggiungere i traguardi posti dall’Unione europea. Come sottolinea il segretario di Confartigianato Imprese di Viterbo, Andrea De Simone, ricalcando le proposte avanzate a livello nazionale.
«Servono interventi strutturali per la riqualificazione degli immobili vecchi e poco efficienti. Il nostro territorio è tra i più interessati da questo deficit energetico e a questo punto diventa essenziale rendere strutturali i bonus al 65% per poter rispettare la Direttiva Ue che impone di ridurre il consumo energetico del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, fino alle emissioni zero nel 2050».
Secondo il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), infatti, dal meccanismo delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici è atteso un risparmio di 32,5 Mtep di energia finale in valore cumulato nel decennio 2021-2030, pari al 44,3% del risparmio da conseguire rispetto agli obiettivi fissati per il 2030 dalla Direttiva Case green.
«Senza interventi di questo tipo - rimarca e conclude De Simone - nel nostro territorio sarà impossibile raggiungere la riqualificazione del patrimonio immobiliare, il risparmio e l’efficientamento energetico a difesa dell’ambiente, il rilancio delle imprese edili e l’emersione delle attività irregolari»