Omicidio nel carcere di Mammagialla dove un detenuto è stato strangolato dal suo compagno di cella. E’ accaduto martedì sera intorno alle 22 nel corso di una lite, poi degenerata in una brutale aggressione, scoppiata per futili motivi tra Alessandro Salvaggio, 49enne siciliano, e Krasmir Tsvetkov, bulgaro di 21 anni. Quest’ultimo avrebbe strangolato l’altro, per dinamiche ancora da chiarire. Inutili i tentativi di soccorso, per Salvaggio non c’è stato nulla da fare. Immediata la reazione dei sindacati.

Per il Sappe: «il carcere è totalmente fuori controllo. Non esistono più regole e la polizia penitenziaria non ha più nessun tipo di autorità. Delegittimata da tutto e da tutti senza alcun tipo di difesa. Fare ordine in questo contesto è impossibile». Il Sappe parla di «gestione totalmente fallimentare e pressoché assente. Gli interventi - aggiunge - andavano mirati e fatti ai primi segnali. Ora si possono solo contare i danni».

Daniele Nicastrini, segretario regionale Uspp Lazio, sottolinea che solo «lo scorso 13 dicembre, abbiamo rappresentato la gravità in cui versa il carcere di Viterbo all'amministrazione penitenziaria, che servono urgenti misure di supporto ad un servizio che vede una carenza di personale che non permette alcun livello di sorveglianza dei ristretti facendo venire meno anche ogni possibilità d'intervento in casi come purtroppo vede il gravissimo fatto di ieri sera. Quanto accaduto purtroppo è così grave - prosegue il segretario regionale Uspp Lazio - che dovrebbe suscitare sdegno anche ai vertici dell’amministrazione, trovare urgenti misure per frenare questo gravissimo declino, altri omicidi sono avvenuti in Italia e anche nel Lazio come a Velletri. Siamo stanchi, parlo a nome dei miei colleghi che operano all'interno del carcere viterbese - conclude Nicastrini – in un servizio sulla quale per il numero delle unità presenti soprattutto nei turni serali e notturni, una unità per centinaia di detenuti, pone un serio problema che può portare anche alla morte e le responsabilità non sono le nostre».

Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria osserva che «l’omicidio nel carcere di Viterbo di un giovane detenuto strangolato dal compagno di cella è l’ennesima tragedia che fa salire a 152 il numero dei decessi negli istituti penitenziari italiani, dall’inizio dell’anno. Il nostro grido d’allarme sulla situazione del sistema carcerario anche nel 2023 non ha trovato risposte istituzionali e politiche». Per Di Giacomo serve un segnale forte.