Un trasporto trionfale con un grande finale, così lo aveva previsto il presidente del Sodalizio, Massimo Mecarini. E così è stato.

Dies Natalis ha volato sulle spalle dei facchini che non hanno sbagliato un passo. Luigi Aspromonte li ha guidati, incitati, ha chiamato per nome i suoi “leoni” e li ha lodati: “Siete magnifici”.

La nuova macchina di Santa Rosa ha regalato emozioni uniche. Nel suo colore ambrato, illuminata da più di mille luci, sembra essere entrata da subito nel cuore dei viterbesi. Le allegorie, che raccontano la morte e l’ascesa al cielo di Santa Rosa al suo interno hanno incantato tutti.

«E’ straordinaria», l’espressione più ricorrente ieri sera tra viterbesi e turisti accalcati lungo il percorso per ammirare il trasporto.

Non sono mancati momenti di “suspence” quando Dies Natalis, 51, 80 quintali di peso per 28 metri d’altezza, è passata nei tratti più stretti del percorso. Poco prima della sosta in piazza delle Erbe, i facchini hanno toccato i muri delle case con le mani. Il passaggio è stato impeccabile.

Come emozionante è stata la salita verso il santuario.

Qui non si può sbagliare nulla e il capo trasporto non sbaglia un comando.

«Questo è l’ultimo sforzo, quello più importante» ha detto Aspromonte. Quindi l’ultimo sollevate e fermi. La macchina riparte a passo spedito. E giù con le corde. Quindi l’arrivo sul sagrato, l’ultima mezza girata e poco prima di mezzanotte si conclude il trasporto, il primo di Dies Natalis.

«Vi devo dire grazie - ha detto Luigi Aspromonte - sono fiero di voi, avete dato tutto quello che potete dare. Abbiamo dimostrato a Marco Gemini e a Sandro Rossi che abbiamo appreso i loro insegnamenti. Permettetemi una dedica particolare al mio amico Baffino che mi ha aiutato, me l’aveva promesso e così è stato».

Soddisfatto il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini: «è stato un bel percorso non facilissimo con punti abbastanza critici e li abbiamo superati. Gigi da novello capo trasporto è stato magistrale».

Le prime parole di Aspromonte dopo il Trasporto sono per i facchini che « anche nei momenti di difficoltà hanno dimostrato di saper soffrire».

Dies Natalis ha scritto la sua prima pagina di storia

«E’ stato un trasporto difficile - ha detto la sindaca Frontini - e i brividi sono corsi lungo la schiena: sapevamo che c’erano dei punti critici, ma la macchina ha dimostrato di farcela».

I facchini ci hanno messo ancora una volta il cuore. Come aveva chiesto loro il vescovo Piazza: «Voi la portate in alto per riportarla a casa, nel vostro cuore ci sia la determinazione del cammino».