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Conto alla rovescia per San Pellegrino in fiore. La manifestazione si terrà dal 1° al 5 maggio per le vie del centro storico. L’allestimento di quest’anno sarà curato da un pool di architetti tra cui Raffaele Ascenzi, che promette di realizzare un perfetto connubio tra medioevo e natura, ispirandosi a quell’architettura tipica che ha caratterizzato i giardini e i monasteri nei secoli passati. E’ lui stesso in un post sui social, firmato anche dal resto della squadra: Andrea Rodolico Federico Ciatti, Francesco Moretti, Marco Porcorossi, Alessandro Scorza, e “per il grande aiuto floreale” Ferdinando Sciarrini, ad anticipare alcuni dettagli dell’allestimento.
“Il cuore del centro storico di Viterbo fonda prevalentemente la sua immagine architettonica ed urbanistica su quell’impianto medievale che ancora oggi definisce un “paesaggio urbano” - scrive - in cui il rapporto tra la pietra degli edifici ed il verde si carica di suggestioni ed epifanie soprattutto da un punto di vista simbolico. Se è vero infatti che la città nasce per dare riparo all’uomo dai pericoli di una natura “selvaggia” e “maligna” è altrettanto vero che una delle più formidabili espressioni della natura stessa, ovvero le piante, sono state per l’uomo strumento capace di farlo progredire e migliorare sotto i più svariati aspetti e campi che spaziano dall’uso meramente scientifico e funzionale delle stesse fino ad arrivare ad un approccio più artistico e poetico che ancora oggi definisce il nostro immaginario collettivo”.
Ascenzi spiega che “esempio di quanto detto sono le architetture del Medioevo che, come sostiene Victor Hugo nel capitolo “Questo ucciderà quello” all’interno del capolavoro letterario Notre Dame di Parigi del 1831, sono state “...fino al quindicesimo secolo, il principale registro dell’umanità...” e che “...non apparve nel mondo un pensiero un po’ complesso che non si sia fatto edificio...” e che “... il genere umano...non l’abbia scritto in pietra”. Non fuggono pertanto da questa scrittura su pietra i fiori e le piante che nel Medioevo acquisiscono nelle architetture una forte connotazione stilistica, formale, decorativa e soprattutto simbolica a definizione di un testo che, seppur ermetico, è ancora oggi aperto a tutti”.
Raffaele Ascenzi sottolinea che “nelle architetture della città di Viterbo, capitelli, colonne tortili, modanature, trabeazioni e pavimenti trasudano di geometrie e forme prese in prestito dal mondo dei fiori e delle piante. Non vediamo l’ora - conclude - di iniziare ad allestire le vie e le piazze... Ci vediamo in centro!”