La competizione più affollata è quella di Tuscania con ben quattro candidati sindaco, due candidati invece, Alessandro Romoli a Bassano in Teverina ed Edoardo Giustiniani a Cellere, hanno già conquistato virtualmente la fascia essendo la loro, l’unica lista in corsa.

In questo caso però per essere eletti occorre che partecipi alla votazione almeno il 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune (il cosiddetto quorum strutturale) e che che la loro lista abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento del numero dei votanti (il quorum funzionale).

In totale sono 25 i comuni nella Tuscia, incluso Tarquinia, dove oltre alle elezioni europee si vota anche per eleggere sindaco e consiglio comunale. Nessuno di questi, sempre fatta eccezione per Tarquinia, supera i 15mila abitanti e quindi rischia di andare al ballottaggio. Il più piccolo è Tessennano con 288 residenti e 270 elettori e due liste in competizione.

Sfida a due anche nei comuni di Bolsena, Calcata, Canepina, Celleno, Civitella d’Agliano, Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Monte Romano, Nepi, Onano, Piansano, Vejano e Villa San Giovanni in Tuscia.

Sono invece tre i candidati a contendersi la poltrona da sindaco a Bagnoregio, San Lorenzo Nuovo e Castiglione in Teverina.

Dopo giorni di campagna elettorale dove non sono mancate polemiche e stoccate, questa mattina c’è il silenzio elettorale e poi la parola passerà agli elettori. La novità di quest’anno è rappresentata dalla votazione di sabato. Le urne, infatti, saranno aperte oggi dalle 15 alle 23 e domani dalle 7 alle 23. Lo spoglio per le comunali ci sarà solo lunedì alle 15 mentre domani, alla chiusura delle urne, si procederà con lo scrutinio delle elezioni europee.

Si vota con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco, con accanto il contrassegno della lista che lo appoggia. Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista o sul nominativo del candidato sindaco. Non è ammesso il voto disgiunto. Per i comuni inferiori ai 5.000 abitanti si può esprimere la preferenza per un candidato al consiglio comunale. Per i comuni compresi tra 5.000 e 15.000 se ne possono esprimere fino a due, di genere diverso. Viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.