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FIUMICINO - «Un segnale importante che testimonia quanto questo progetto sia sentito dai cittadini». Così, il presidente del Consiglio comunale di Fiumicino, Roberto Severini, commenta la raccolta firme avviata a Civitavecchia per riabbracciare la nuova provincia “Porta d’Italia”.
Nei giorni scorsi, infatti, presso la sede dell’associazione “Civitavecchia c’è”è cominciata la raccolta delle adesioni per indire un referendum che punta all’uscita da Città Metropolitana di Roma Capitale, con l’ istituzione della nuova provincia “Porta d’Italia”, comprendente, oltre a Civitavecchia, i Comuni di Fiumicino, Ladispoli, Cerveteri, Tolfa, Allumiere, Santa Marinella, Tarquinia e Monte Romano.
Anche il Comune di Civitavecchia, come quello di Fiumicino e quello di Santa Marinella, aveva approvato la delibera, aprendo la strada verso la nuova provincia. Delibera reovacata dopo l’elezione del nuovo sindaco Marco Piendibene.
Ora l’obiettivo dell’iniziativa è quello di raggiugnere 2000 firme, per portare l’iniziativa nel Consiglio comunale di Civitavecchia.
«La decisione di una importante fetta di popolazione di Civitavecchia di avviare una raccolta firme e indire un referendum per staccarsi da Roma e dalla Città Metropolitana per riabbracciare la nuova Provincia Porta d’Italia è un segnale importante», ha aggiunto Roberto Severini.
« La nuova provincia è la risposta più concreta ed efficace per superare l’attuale impasse che vive la Città Metropolitana che oggi continua a essere un ente inefficace e inefficiente.Il sindaco Metropolitano, Roberto Gualtieri, non riesce a gestire i problemi di Roma, come si pensa possa stare dietro a quelli degli altri 120 Comuni che compongono la Città Metropolitana?» Il presidente del Consiglio comunale di Fiumicino ha poi sottolineato alcuni vantaggi che la nuova Provincia potrà apportare al territorio: «Abbracciare la Provincia Porta d’Italia significa invece poter finalmente ospitare un ospedale. Avere più mezzi in termini di sicurezza: una prefettura, una questura, un comando della guardia di finanza, dei carabinieri e uno dei vigili del fuoco. Avere più forze dell’ordine a presidiare il territorio.Più introiti per rendere i nostri servizi efficienti. Liberarsi dalla morsa della Capitale che drena la maggior parte dei fondi erogati dalla Città Metropolitana e poter spendere in maniera migliore i soldi che arrivano dalle nostre tasse.Poter interloquire con sindaci che hanno gli stessi nostri problemi e le nostre stesse visioni di sviluppo e con i quali avviare un percorso che ci possa permettere di dare nuovo slancio a un pezzo di Lazio che oggi non si sente rappresentato. Decidere del proprio presente e futuro.Un’opportunità che non possiamo farci sfuggire.
Un’opportunità che non possiamo farci sfuggire. Poter interloquire con sindaci che hanno gli stessi nostri problemi e le nostre stesse visioni di sviluppo e con i quali avviare un percorso che ci possa permettere di dare nuovo slancio a un pezzo di Lazio che oggi non si sente rappresentato. Decidere del proprio presente e futuro», ha concluso Severini.
La nuova provincia, come già presentato anche in convegni e congerenza, ha fra gli obiettivi l’unione di aree costiere e interne in un progetto che punta a rilanciare l’area su più fronti: economico, culturale e sociale.
«Non possiamo limitarci all’ordinaria amministrazione; dobbiamo osare per costruire il futuro», chiare le parole del sindaco di Fiumicino Mario Baccini alle prime presentazioni del progetto, per quella che vuole esserre un’azione sinergica e non competitiva con Roma, evidenziando come la nuova provincia “Porta d’Italia” potrebbe diventare un modello di sviluppo e crescita demografica, grazie alla sua posizione strategica tra porti, aeroporto, e aree di interesse culturale e agricolo. Ma il progetto parla anche di storia e cultura: si unirebbero, infatti, la storia e le radici di territori che racchiudono un patrimonio cultura e archeologico inestimabile, da conservare, ma anche una risorsa preziosa su cui costruire il futuro. Una sfida, quindi, che si presenta come u n’opportunità per rilanciare l’economia locale e migliorare la qualità della vita dei cittadini, promuovendo al contempo una maggiore coesione sociale e culturale.