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CIVITAVECCHIA – Un tesoro da quasi 150 miliardi di euro. È il valore della cosiddetta “Economia del Mare” in termini di valore aggiunto. Per questo, l’importanza del settore, che consente all’Italia di occupare il terzo posto a livello europeo per ricchezza prodotta, dopo Spagna e Germania, è stata al centro degli stati generali delle Camere di commercio sull’Economia del Mare, ai quali hanno preso parte i ministri per la Protezione civile e le politiche del mare, Nello Musumeci, e il responsabile delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’iniziativa, organizzata da Unioncamere, Assonautica Italiana e Blue Forum, rappresenta un importante appuntamento che chiama a raccolta l’intero sistema camerale, con l’obiettivo di collegare sempre meglio le esigenze delle imprese e le politiche di sviluppo nazionali dell’Economia del Mare. Che, secondo il X Rapporto nazionale, realizzato del 2022 dal Centro Studi Guglielmo Tagliacarne per conto di Informare, rappresenta più di 220mila imprese e quasi 1 milione di occupati.
«L’economia del mare, soprattutto in un Paese come il nostro con oltre 7mila km di coste, rappresenta un volano imprescindibile per la crescita economica - sottolinea il presidente di Unioncamere Andrea Prete - d’altronde nel settore operano oltre 220mila aziende che danno lavoro a quasi un milione di occupati. Ed è anche un’economia giovane. Infatti, nel settore ci sono oltre 21 mila imprese capitanate da giovani, pari al 9,4% delle imprese blu, contro l’8,9% dell’intero tessuto imprenditoriale nazionale». In una fase di rilancio del settore marittimo in tutte le sue filiere, che ha trovato legittimazione nelle scelte del nuovo Governo, le Camere di Commercio possono e devono continuare a svolgere il ruolo di riferimento del sistema imprenditoriale italiano dell’Economia del Mare, quali facilitatori e interlocutori privilegiati delle istituzioni nazionali.
«Le Camere di Commercio - ha sottolineato il presidente di Assonautica Italiana Giovanni Acampora - nel corso degli anni hanno sempre di più contribuito nelle proprie funzioni, a far si che l’Economia del Mare si attestasse tra gli asset principali di sviluppo del nostro Paese. Avere finalmente un Ministero per le politiche del Mare ci consentirà di dare concretezza a questa visione che per tanti anni abbiamo sostenuto e che metteva al centro il coordinamento delle politiche del sistema mare, in una visione unitaria, trasversale rispetto alle diverse filiere e fortemente orientata alle sinergie dei territori. Come sistema camerale continueremo ad essere in prima linea, dando il nostro contributo al Governo, impegnato nella istituzione del Comitato Interministeriale per le politiche del mare e dei comitati tecnici, con l’obiettivo di scrivere insieme il Piano triennale del Mare. Per questo abbiamo organizzato il II Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum, in programma a Gaeta dal 25 al 27 maggio 2023 e intitolato “Italia Nazione di Mare” in cui, insieme a tutti i principalistakeholder del mare contribuiremo alla costruzione della strategia marittima dell’Italia».
«I porti italiani diventeranno centrali dal punto di vista geopolitico e climatico - ha assicurato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - l’economia del futuro sarà quella del mare e dello spazio che sono dimensioni che devono ancora esser esplorate e l’Italia ha un’esperienza millenaria e secolare in questi campi, siamo all’avanguardia».
«I porti possono essere il motore di crescita del Mezzogiorno e dell’intero Paese - ha aggiunto poi il ministro per la Protezione civile e per le politiche del mare Sebastiano Musumeci - un vero elemento di novità: un Sud degradato dal punto di vista socio economico diventa una zavorra per tutto il Paese. Pensare che attraverso il mare, i porti, il sud possa migliorare la propria condizione economica è davvero un fatto di rilevante novità su cui 10-15 anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo. Nell’economia blu l’Italia naviga tra il primo, il terzo e il quarto posto nelle varie filiere che compongono questo mondo. È veramente un gran piacere sapere che ci siamo insieme a Spagna, Francia e Germania, ma ho il diritto di sperare che la nostra nazione possa raggiungere traguardi ancora più ambiziosi? - si è chiesto il ministro Musumeci - non dobbiamo sederci sugli allori ma trovare l’ambizione per andare avanti».
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