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Il campionato del mondo di Formula 1, con classifiche piloti e costruttori, venne istituito ufficialmente nel 1980 dalla FIA, la Federazione Internazionale dell’Automobile. Prima di tale data, precisamente dal 1950 al 1980, vi era il Campionato Mondiale Piloti, e il primo a vincere fu l’italiano Nino Farina. Poche stagioni dopo, nelle stagioni 1952 e 1953, fu il connazionale Alberto Ascari a vincere consecutivamente due campionati proprio su Farina (1952) e il campionissimo Juan Fangio (1953). Alberto Ascari, milanese, ebbe una carriera vincente ma breve. Figlio d’arte (il padre fu Antonio Ascari, pilota anch’egli, morto in un incidente sul circuito di Parigi nel 1925) ereditò la passione dal genitore e, purtroppo, anche il tragico destino. Pilota estremamente preciso nella condotta di gara e nella vita, si ricorda per il suo costante allenamento sia invernale che estivo, insieme alla sua forte scaramanzia. Pare che non gareggiasse mai senza sua t-shirt e il suo casco azzurro. Inoltre, teneva sempre le sue scarpe da corsa in un determinato ordine; i suoi figli gli regalarono anche una madonnina e un portachiavi e si dice che non li teneva mai lontano da sé. Nel 1955 sopravvisse a uno spaventoso incidente in quel di Montecarlo, a bordo della auto sul circuito del Principato e, a causa di una macchia d’olio, volò giù nelle acque del porto ma riuscì a uscire dalla macchina prima dell’inabissamento, salvandosi la vita. Dopo soli quattro giorni dall’incidente, mentre era nella sua casa di Milano, ricevette una telefonata dagli amici Villoresi ed Eugenio Castellotti al fine di provare, sul circuito di Monza, una Ferrari 750 Sport. Nella stessa curva del tracciato dove l’anno precedente uscì di pista con la Lancia D50, Ascari sbandò e si capovolse, morendo sul colpo. Arrivato in codice rosso al San Gerardo di Monza, ne fu constatato il decesso. La storia vuole che fu l’unica volta che Ascari entrò in una macchina da corsa senza i suoi portafortuna e ancora oggi, a distanza di decenni, è poco chiara la dinamica dell’incidente visto che si sparse la voce di una persona che attraversò la pista e che fece sbandare il pilota italiano. Questo fatto rimane oggi ancora oscuro, anche se la morte è iscritta negli annali come un tragico incidente. Ascari rimane, comunque, l’ultimo italiano a vincere per ben due volte, un titolo iridato di Formula 1.
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