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Alle Olimpiadi di Atene 2004 è stata riesumata un’antica tradizione in vigore nelle Olimpiadi antiche, cessate nel 393 d.C. per volere di un decreto imperiale di Teodosio e cioè la consegna ai medagliati, che salivano sul podio, di una corona di ulivo. Questa tradizione ha origini sacre e molto antiche. L’ulivo era un simbolo di pace e fratellanza e durante il periodo delle gare tutte le battaglie e gli scontri tra le varie città Stato, le poleis greche, dovevano cessare. Inoltre, l’olivo selvatico era una pianta sacra a Zeus, e Plutarco ci racconta che sul Monte Olimpo ne esisteva una perennemente presidiata da due soldati. Il trascorrere del tempo ha voluto che a volte si mischiassero le fonti storiche, tant’è che a volte si sbaglia nel citare la corona di foglie come alloro anziché ulivo. Infatti, all’epoca delle Olimpiadi antiche non esistevano solo quel tipo di Giochi a Olimpia ma erano in vigore anche altri Giochi in altre città greche come quelli Delfici, Istmici, Panatenaici ecc. Ogni città grande (e importante) possedeva una propria competizione. La corona d’alloro era attribuita nei Giochi Delfici, per esempio, e quella di appio selvatico a Nemea e a Corinto. I premi venivano consegnati solo al primo, mentre non esisteva un odierno podio. Il secondo classificato era veramente il primo degli sconfitti. Al vincitore, oltre le foglie di ulivo, venivano consegnati dei premi che potevano cambiare in base all’epoca e potevano anche non essere materiali. Infatti, era solito dare la possibilità al vincitore di una gara di sedere accanto al Re, di esentarlo dalle imposte o di avere pasti gratis a vita nella città di provenienza. A volte venivano consegnate anfore di olio o vino. Il maggior guadagno, però, era la gloria. I campioni venivano osannati dai propri concittadini e a volte venivano erette statue nelle piazze o attorno ai monumenti sacri.
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