MATTEO CECCACCI
“La decisione sofferta ma obbligata a causa delle scelte di persone e atlete è quella di non iscrivere al campionato la squadra”. Così ieri il presidente della Cosernuoto Antonio Parisi ha annunciato alla città (leggasi Civitavecchia sportiva) il futuro della pallanuoto femminile.
In questo momento, però, provate ad immaginare di stipulare un accordo, ma non di quelli a voce che si fanno tanto per fare a scuola prima di iniziare un gioco, ma scritto con tanto di carta intestata, timbro e firma, all’interno del quale c’è scritto che l’associazione sportiva Nautilus per quanto riguarda la stagione sportiva della Cosernuoto deve occuparsi del settore economico, organizzativo e tecnico, mentre la società gialloblu deve soltanto garantire gli spazi acqua. Ecco, questo accordo è quello che ha portato a fine campionato alle dimissioni dell’allenatore Daniele Lisi e del preparatore atletico Mauro Ronconi. Il perché? Molto semplice: l’accordo non è stato più rispettato.
Ora provate ad immaginare di ricevere tra febbraio e marzo scorso, in pieno campionato e con la squadra in piena corsa per i playoff, una e-mail da parte della Cosernuoto del presidente Antonio Parisi, indirizzata ai dirigenti della Nautilus che si trovano a dover leggere che gli spazi acqua a disposizione per le sedute di allenamento non sono più di quattro, cinque volte a settimana al PalaGalli, ma bensì di due, mentre le restanti volte si può “tranquillamente” andare allo Sport Garden, ma soltanto alla “comoda ora” delle 21.15 con una piscina che permette alle atlete - non solo di tornare a casa a mezzanotte - ma anche di toccare il fondo, tanto per non farsi mancare proprio nulla. Adesso ponetevi questo semplicissimo quesito: come potevano mai i dirigenti della Nautilus a fine stagione continuare ad andare avanti se la Cosernuoto non garantiva neanche l’unica cosa che doveva garantire? Ecco qui allora le dimissioni di Lisi e Ronconi subito dopo l’ottimo quarto posto della formazione di capitan Venere Tortora nel girone Sud di serie A2.Serie A2, va ricordato, ottenuta in tre anni dopo l’ottimo lavoro partito nel 2019 grazie al progetto con la Nautilus, perché va ricordato che sempre il presidente della Cosernuoto, che ieri ha dichiarato “la decisione sofferta ma obbligata a causa delle scelte di persone e atlete è quella di non iscrivere al campionato la squadra”, è lo stesso che nel luglio del 2019 affermò “constatando che le mie validissime atlete della cosiddetta vecchia guardia per motivi impellenti di natura familiare e lavorativa stanno accarezzando l’idea di appendere la calottina al chiodo, alla fine di tutto ho preso una decisione che mai e poi mai avrei voluto maturare: porre fine all’avventura della water polo femminile”. Trascorsi tre anni, dunque, nulla è cambiato. Allora questo è il classico gioco dell’Oca: si torna sempre al punto di partenza.
Ma c’è molto da dire e da chiedersi. Ad oggi, però, i punti fondamentali da capire sono questi: prima del 2019 la Cosernuoto stava fallendo dopo anni e anni di serie B. Proprio da quell’anno uno staff tecnico (coach Lisi e il preparatore atletico Ronconi) riporta la squadra in serie A2, riempie il PalaGalli con 450 persone (Cosernuoto-Cosenza 4-8, domenica 5 giugno 2022), ottiene un quarto posto ad un passo dalla qualificazione ai playoff e la società che fa? Non iscrive la squadra al campionato. E perché? Vuole vendere il titolo? E attenzione a quest’ultimo interrogativo. Addetti ai lavori parlano di colloqui già avviati tra la dirigenza della Cosernuoto con alcuni vertici di club come Tolentino, Volturno e di altre due società del Nord Italia. Altra domanda: perché non cedere il titolo alla Nautilus, chiesto durante una riunione tenutasi martedì 12 luglio? Cioè, per quale motivo una società che gestisce degli impianti sportivi, preferisce porre fine a una tradizione sportiva - perché di questo si tratta: la pallanuoto è Civitavecchia - e non iscrivere la squadra al campionato? Si attendono risposte. E poi alla brutta figura che la città sta facendo non ci pensa? Da Nord a Sud tutti hanno chiamato Lisi, addetti ai lavori e non, per chiedere spiegazioni di una scelta talmente inaspettata.
L’amministrazione comunale cosa vuole fare? Ieri, nel frattempo, su questa questione è intervenuto il delegato allo Sport Matteo Iacomelli: «Purtroppo sono venuto a conoscenza troppo tardi di questa situazione. Ad oggi dico che bisogna cercare di salvare il salvabile. Il mio interesse primario è quello di tutelare tutte le ragazze, per far sì che rimangano qui a Civitavecchia. Se a portare questa spaccatura è stata la mancanza di accordi mi dispiace. Giovedì ho parlato con Lisi e ieri con la Cosernuoto, a loro faccio un appello: mi auguro che le due parti in causa riescano a trovare una soluzione per non far scomparire una tradizione civitavecchiese come la pallanuoto, che dopo anni è stata capace di ritornare grande portando tante persone allo stadio. Ad oggi la città sta perdendo, ma faremo il possibile».
[caption id="attachment_423843" align="alignleft" width="300"] Antonio Parisi[/caption]
Di seguito il comunicato stampa del presidente della Cosernuoto Antonio Parisi: “Dopo la riunione del 12 luglio con Lisi e Ronconi (assente barbetta), dove l’ex tecnico ci chiedeva la titolarità dell’A2 e dopo il nostro no e le conseguenti dimissioni irrevocabili, ci siamo trovati basiti ed impreparati ad affrontare questa nuova situazione venutasi a creare e non per nostra colpa. Il titolo ci è stato chiesto dall’associazione dilettantistica Nautilus, che seppur senza atleti tesserati, è iscritta alla Fin, ma il nostro contratto è valido ancora per un anno: è sottoscritto con l’associazione culturale Nautilus con presidente Barbetta con il quale a suo dire dovremo incontrarci. Capirete la confusione di certo non creata dalla nostra società, in tutto questo la processione delle atlete per lo svincolo, non tutte per la verità. La decisione sofferta ma obbligata a causa delle scelte di persone e atlete è quella di non iscrivere al campionato la squadra e quindi dal 30 luglio tutte le ragazze avranno il loro cartellino, speriamo ne facciano buon uso senza sottostare a giochetti e promesse. In merito al contratto che secondo noi è stato ampiamente rispettato, ed agli articoli e comportamenti dell’ex tecnico ci riserviamo di agire se ritenuto necessario, per vie giudiziarie federali ed ordinarie. La Cosernuoto continuerà nella sua promozione sportiva nel nuoto e nella pallanuoto femminile giovanile, forte della gestione di una propria piscina e di un bacino di utenti importante e di una storia lunga 30 anni”.
[caption id="attachment_423844" align="alignleft" width="247"] Daniele Lisi[/caption]
Qui le parole dell’ormai ex allenatore gialloblu Daniele Lisi, che nella giornata di sabato ha rassegnato le proprie dimissioni spiegando poi tutti i motivi nella conferenza stampa di martedì: “Con la squadra avevamo raggiunto gli obiettivi prefissati in tre anni, ovvero di creare un gruppo capace di andare in serie A2 e ci siamo riusciti. Nel momento in cui la Nautilus ha preso in mano la pallanuoto femminile ha fatto un rilancio a 360°, quando la Coser aveva annunciato che il movimento era praticamente fallito. Ci siamo presi in carico un settore in tutto e per tutto, dal lato economico, a quello organizzato, per finire a quello tecnico. Nonostante questo importante impegno, nel corso della stagione abbiamo dovuto fare i conti con la riduzione degli allenamenti al PalaGalli da quattro a due, non proprio rispettoso per quanto la Nautilus ha messo in campo. Per noi era impossibile affrontare al meglio un campionato di A2 in queste condizioni, non era proprio possibile. È stato fatto l’ennesimo sforzo, attraverso la Nautilus Sport Civitavecchia, che è un’altra cosa rispetto alla Nautilus e che si è presa in carico in toto la situazione spazi acqua. Altrimenti la stagione era bella che chiusa, non potevamo allenarci alle 21.15, orario in cui quando un atleta non può allenarsi. Tutto questo mentre rappresentavamo Civitavecchia in serie A2, cosa che abbiamo fatto anche molto bene, come dimostra il quarto posto finale in classifica. Abbiamo portato risultati, non chiacchere”. Lisi ha spiegato anche quanto fatto per il vivaio. “Siamo riusciti a portare tre giovani ragazze in rappresentativa regionale, grazie al lavoro di Venere Tortora, abbiamo ricreato un settore giovanile che non esisteva, con un lavoro ottimo. Ma questo lavoro è stato più faticoso, anche a causa dei problemi che abbiamo avuto. Se la Nautilus si è dovuta fare carico al 100% dei costi e dell’organizzazione, la Coser è venuta meno sull’unica cosa che doveva garantire, ovvero gli spazi acqua adeguati, per fare in modo che la sua squadra, con il suo nome, potesse fare il massimo. Ci sono cadute le braccia per terra. Se deve pagare esclusivamente la Nautilus, allora non vediamo il motivo per cui si dovesse andare avanti così. Abbiamo fatto richiesta alla Coser di avere il titolo sportivo spiegando tutti i motivi, anche perché avevamo la possibilità di migliorare quanto fatto nello scorso campionato, con innesti pronti ad arrivare, anche dalla serie A1. La Coser non ha accettato la cessione del titolo, non ne ha voluto sapere. Il titolo moralmente è nostro, il lavoro che abbiamo fatto è certificato, noi parliamo di dati e non di fuffa. Eravamo pronti anche ad attivare delle collaborazioni con società di grandi spessore tra le migliori d’Europa. Avevamo già l’accordo con due giocatrici importanti, con cui abbiamo dovuto rinunciare a formalizzare il tesseramento, perché si è creata questa situazione e non potevamo più aspettare. Si trattava di Adele Esposito, che ha giocato la semifinale scudetto con il Css Verona, e una giocatrice canadese che ha militato nel campionato francese. Inoltre avevamo ottime possibilità di riconfermare le ragazze di fuori, tra cui Citino, che ha ricevuto offerte di grandissimo impatto. Ricordiamoci che nel Lazio siamo la migliore realtà di serie A2 significa che c’è del buono in questa città e che gli obiettivi si possono raggiungere. Ora la palla passa alla Coser, che è detentrice del titolo. Noi non possiamo fare più niente. Potevamo inserire altri innesti importanti, da affiancare allo zoccolo duro di ragazze civitavecchiesi, con l’obiettivo di centrare una finale playoff. In questi tre anni abbiamo dimostrato di saper lavorare e di voler bene allo sport. Noi non abbiamo né piscine private in gestione, né piscine di proprietà, né gestiamo piscine pubbliche. Chi fa sport agonistico deve essere messo in condizione di accedere alla gestione degli impianti sportivi. Chi non lo fa, perché deve gestire un impianto? Abbiamo fatto un lavoro molto faticoso, senza avere la gestione di nessuna struttura. Noi della Nautilus abbiamo avuto delle richieste per portare la nostra professionalità fuori Civitavecchia e ci dispiacerebbe non poterla mettere a disposizione della nostra città. Noi volevamo provare ad andare in A1 con il nome di Civitavecchia”.
Ora non immaginate, ma provate a pensare quale sarebbe stata la scelta giusta da prendere. Ad oggi, è chiaro che ognuno deve fare la sua parte. Ma è ancora più chiaro e incontrovertibile il fatto che dalla dichiarazione del presidente della Cosernuoto Antonio Parisi che ha affermato di “non iscrivere la squadra in A2” non si può non evincere che la pallanuoto femminile - e non solo - (non scordiamoci che quella maschile è crollata in B dopo quasi quarant’anni) è morta.
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Parisi: ''Non iscriveremo la squadra al campionato di A2''. Così la Civitavecchia sportiva perde tradizione e blasone
23 luglio, 2022 • 14:27