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Il direttore generale di Formazienda Rossella Spada
Roma - Il lavoro nella fase post pandemica sta mostrando problematiche inedite come l’incremento del numero di dimissioni in ogni settore economico. Un fenomeno che vede sempre più persone dimettersi dal posto di lavoro e iniziare un nuovo tragitto. La ricerca di condizioni migliori sul piano retributivo e della carriera si associa, quasi sempre, al perseguimento di una strategia di vita che richiede un maggiore benessere. Più tempo libero, più formazione e la possibilità di vivere un ambiente professionale capace di garantire una più equa conciliazione tra i ritmi dell’esistenza quotidiana e del lavoro sono gli aspetti che oggi sono richiesti in modo diffuso, come sottolinea Formazienda, fondo interprofessionale che dal 2008 ha stanziato oltre 200 milioni di euro per formare 500mila persone.
“La pandemia - commenta il direttore generale di Formazienda, Rossella Spada - ha cambiato radicalmente la modalità di intendere il lavoro. Quando si palesa una ripresa rapida, come è quella che stiamo vivendo in diversi comparti, usualmente aumentano le dimissioni dai precedenti impieghi e le attivazioni di altri percorsi. Ci sono più opportunità di cambiamento. Ma i numeri del fenomeno, oggi, dicono che è intervenuto un nuovo fattore strettamente collegato allo shock dell’emergenza dovuta al Covid. Per non rassegnarsi allo stato di fatto, con il rischio di generare rischi e squilibri strutturali, credo sia importante puntare sempre di più sulla leva formativa".
"Le aziende che promuovono la crescita delle competenze - afferma - sono individuate come realtà che hanno davvero a cuore i progetti di vita e di lavoro dei dipendenti. La formazione finanziata, in questa prospettiva, rappresenta una risposta concreta e immediata che può spingere le imprese a fidelizzare le persone non disperdendo un bagaglio prezioso di conoscenze. L’azione dei fondi interprofessionali diventa strategica ed è simultaneamente utile ai datori di lavoro e ai dipendenti perché individua un punto di sintesi per soddisfare in modo complementare le diverse esigenze”.
Le “dimissioni di massa” sono il riflesso di un atteggiamento ormai conclamato nel mercato del lavoro italiano. Un approccio rintracciabile anche in Europa e negli Stati Uniti. Per i datori di lavoro il fenomeno si traduce in una situazione di difficoltà in quanto non riescono a beneficiare del valore prodotto dai profili dotati di competenze strategiche per la creazione del valore aziendale. Solo nel 2022 il sistema imprenditoriale italiano ha dovuto affrontare oltre 2 milioni di dimissioni.