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Crisi idrica anche nella Tuscia? Il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti Remo Parenti dice la sua.
«Da cosa deriva questa crisi idrica – si chiede Parenti - nei pozzi non c’è più acqua? A me sembra strano, perché gli agricoltori l’hanno usata meno rispetto agli anni scorsi, visto che fino a 20-25 giorni fa è piovuto molto forte e, in questo periodo, gli addetti ai lavori innaffiano come hanno sempre fatto». E’ notizia di questi giorni l’allarme idrico che ha portato il prefetto a convocare i sindaci e l’amministratore unico di Talete, Salvatore Genova, a parlare di ‘realtà diffusa’ dei razionamenti in corso in vari paesi della Tuscia.
Da una parte possono essere messi sotto l’indice la nota situazione dell’obsolescenza delle reti idriche nella provincia di Viterbo, l’alta dispersione idrica, sui livelli del 50%, e i ritardi della manutenzione del gestore, dall’altra possibili usi e abusi privati e nell’attività agricola. Ed è per questo ultimo caso che Remo Parenti previene ciò che potrebbe succedere. «Non tutti guardano le precipitazioni medie annue – prosegue Parenti – ed è facile scaricare colpe sugli agricoltori e chi ha le nocciole. L’agricoltura ha bisogno di acqua da sempre. L’80% di ciò che mangiamo viene da colture private. Siamo a rischio con i prezzi in picchiata e l’invasione di prodotti dall’estero non certificati e non tracciati. E’ facile scaricare colpe sempre e solo sugli agricoltori per l’utilizzo che si fa dell’acqua per i raccolti, più difficile analizzare più approfonditamente tutto il problema conoscendo bene come stanno le cose». Sulle cause contingenti dei cali di acqua dalle falde Parenti ammette che «possono esserci state nelle ultime settimane super consumi d’acqua per le alte temperature», ma ciò non giustifica comunque, per il numero uno di Confagricoltura provinciale, eventuali attacchi al comparto agricolo per l’esito di questa situazione. «A livello nazionale – continua il presidente di Confagricoltura Viterbo-Rieti – il Mezzogiorno è realmente in ginocchio. Sono stato alla nostra assemblea nazionale pochi giorni fa e, parlando con i colleghi del Sud, mi hanno detto che non sanno come fare e sono inquietati dalla notizia degli investimenti in Algeria per fare invasi, scavare pozzi e coltivare grano duro. Il famoso Piano Mattei. Da noi, nella Tuscia, sinceramente tutta questa crisi idrica non la vedo e non capisco perché ci dovrebbe essere. L’anno scorso abbiamo avuto piogge perfettamente in media con la portata del periodo e, anche quest’anno, c’è stata una piovosità piuttosto normale. Non abbiamo avuto difficoltà nelle produzioni agricole e tutto questo allarme mi meraviglia un po’.
C’è da capire se parliamo, in sintesi, di un allarme preventivo o no: se dobbiamo usare l’acqua per scopi precisi senza sprecarla è giusto e doveroso, ma altri motivi d’allarme impellenti non credo ce ne siano».
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