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CIVITAVECCHIA – Usb prende spunto dalla notizia, confermata dal Mimit nei giorni scorsi, dell’avvio a breve della manifestazione di interesse per raccogliere proposte di investimento su Civitavecchia, per ribadire la preoccupazione per il futuro dei lavoratori. «Appare ormai chiaro che il personale impiegato negli appalti di centrale rischia di essere travolto da una seria crisi riguardo al transitorio – hanno spiegato da Usb – un problema, l'ennesimo, determinato dalla pessima e colpevole gestione del processo di phase-out, con cui i lavoratori dovranno purtroppo fare i conti nei prossimi due anni. Nella migliore delle ipotesi. In una simile prospettiva, quindi, sono almeno quattro gli aspetti su cui occorrerà intervenire con urgenza per contenere la perdita di salario e di posti di lavoro. Ovvero, impedire ulteriori tagli alle manutenzioni in Enel, procedere dopo il fine centrale alla demolizione degli impianti, usufruire di adeguati ammortizzatori sociali, e, inoltre, attivare la necessaria formazione per la riqualificazione e la crescita professionale dei lavoratori».
Usb si sofferma quindi su quest’ultimo punto, confidando che dal prossimo Consiglio Comunale di domani, possano arrivare chiarimenti su un aspetto: «Che fine abbia fatto il fondo di sostegno per i lavoratori delle centrali a carbone? Nel 2019, negli ultimissimi giorni del Governo Conte I – hanno spiegato dal sindacato - viene approvata l’istituzione di un “Fondo per la riconversione occupazionale nei territori in cui sono ubicate centrali a carbone”, da alimentare - in linea con gli indirizzi europei – con i proventi derivanti dalle aste delle quote di emissione di CO2 fino ad un massimo di 20 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024. Un provvedimento di grande importanza, quindi, volto espressamente a fronteggiare le crisi occupazionali connesse alla chiusura delle nove centrali a carbone allora esistenti, confermato sulla carta da tutti i successivi governi senza però che vi siano riscontri circa l'effettiva attivazione del Fondo. Fino al settembre scorso, quando l’attuale maggioranza provvedeva a cancellare la relativa norma di legge. A quanto risulta, esistono quindi seri dubbi che quelle ingenti risorse siano oggi realmente disponibili. Aspettiamo quindi dagli esponenti di Governo e dai Ministeri interessati spiegazioni a riguardo, giacché sarebbe una vera beffa scoprire che l’unico provvedimento concreto predisposto in questi anni per i lavoratori di Torrevaldaliga Nord si sia risolto in un nulla di fatto. Speriamo che non sia così, ma in ogni caso, nell’ambito del complessivo intervento pubblico di cui necessità questo territorio, pensiamo sia a tutti evidente il bisogno di garantire ai lavoratori gli strumenti per qualificarsi ed implementare le proprie competenze, anche ai fini della ricollocazione occupazionale. Un obiettivo minimo, su cui, come per le altre urgenze richiamate – hanno concluso da Usb - ci attendiamo una presa di posizione chiara e azioni conseguenti da parte delle istituzioni».