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Palazzo del Pincio
Ci sono dei limiti che non andrebbero mai superati. In nessuna contesa, per quanto accesa e aspra possa essere. Neppure in politica, seppure questa sia - come diceva Rino Formica - “sangue e merda”.
Questo tipo di confine, che poi è il confine non solo del buongusto, ma diremmo della decenza, è stato da tempo superato da chi pensa che la politica sia come un supermercato, dove entri per fare la spesa riempiendo il carrello con ciò che ti serve per la giornata, approfitti delle offerte, paghi 2 e prendi 3, passi alla cassa ed esci. Secondo questa stessa logica, tutti i mezzi possibili vanno usati come clave contro quelli che sono ritenuti nemici, oltre che avversari, da colpire in qualsiasi ambito, non solo politico, ma anche lavorativo e personale. Salvo poi ricredersi in un batter d’occhio e trasformare gli amici in nemici e viceversa, secondo la propria convenienza. Il tutto, manco a dirlo, mostrando o facendo ascoltare messaggi, chiamando in vivavoce di fronte ad altre persone per fare ascoltare le parole degli ignari interlocutori, o arrivando direttamente a commissionare registrazioni audio e video di riunioni più o meno private.
Insomma, un far west dove vale la legge del più forte e del più furbo. Dove, in una parola, vale tutto. Pur di raggiungere l’obiettivo. Senza rispetto di niente e di nessuno. Neppure del riposo dei morti.
Di questi personaggi esagitati, che ne sanno sempre più di chiunque altro su qualunque argomento dello scibile umano, non si sente francamente alcun bisogno. Si dedichino alle loro attività, alle loro mirabolanti imprese, lasciando stare la res publica. Il bene comune, l’etica, il diritto, l’interesse pubblico sono concetti che non fanno parte del vocabolario di costoro, dai quali bisogna stare lontani, per non essere contagiati o comunque anche inconsapevolmente coinvolti. Legittimarne un qualsiasi ruolo politico oltre a non avere senso sarebbe il più grosso errore da commettere, magari pensando di trarre benefici dalla vicinanza al (presunto) potere o ai soldi dei miserabili.
Il maggior diprezzo per costoro è l’indifferenza, che poi conduce all’isolamento e all’oblio. Qualsiasi cosa che mette in dubbio l’immagine grandiosa e perfetta che hanno di se stessi personaggi del genere, e che gli possa far percepire una mancata approvazione, stima o mancanza di valore, la vivranno in maniera amplificata e negativa a tal punto da viverla come un affronto, una offesa. Per loro, il controllo è essenziale. Temono la perdita di controllo sulle persone e sulle situazioni che li circondano. La sensazione di non poter influenzare o manipolare gli altri li spaventa profondamente, poiché il controllo è ciò che alimenta il loro ego e la loro autostima. Nonostante cerchino di apparire forti e invincibili, hanno molte debolezze e insicurezze che nascondono dietro una maschera di fiducia. Temono che gli altri possano scoprire queste fragilità e minare la loro immagine di sé. Dipendono fortemente dall’approvazione e dall’ammirazione degli altri per alimentare il loro ego. Sono spesso ossessionati dal successo, dal potere e dallo status sociale. Temono la perdita di queste cose, poiché le considerano fondamentali per la loro autostima e il loro senso di valore. L’idea di essere superati da qualcuno o di perdere la loro posizione di prestigio li spaventa enormemente.
In una parola, sono narcisisti. E peggio di loro ci sono solo i narcisisti miserabili. Che oggi vorrebbero sottomettere al loro bisogno di dominio una intera città. Non praevalebunt. ©RIPRODUZIONE RISERVATA