CIVITAVECCHIA – Nel dicembre 2021 illustri esponenti del mondo accademico e letterario esprimono una serie di riflessioni relative all’esame conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Si chiede agli studenti di esporre il proprio punto di vista e di confrontarsi in maniera critica con le tesi espresse nel testo.

La critica al Ministro è acerrima, in buona sostanza si pone l’accento sull’importanza di far svolgere gli scritti per garantire una verifica seria ed impegnativa che garantisca, nell’interesse della collettività, una promozione che corrisponda ad una effettiva preparazione.

Fin qui mi sembra ci siano spunti per redigere uno scritto che corrisponda ad un pensiero critico, articolato e costruttivo nella piena libertà di espressione e nella denuncia di alcune o molte defezione o debolezze dell’istituzione scuola e della comunità che ad essa appartiene.

Quello che invece risulta inappropriato, fuori luogo e al limite della denuncia è l’attacco ingiustificato, senza rispondenze effettive e certificate, a tutti i docenti in massa nessuna eccezione, proferito da chi si è nutrito di cultura ricevuta dalla scuola, dalla stessa istituzione condannata in modo tanto generico e approssimativo, quanto sconsiderato.

Si chiede insomma agli studenti una critica senza sapere però, miei cari illustri, esimi, eccellentissimi esponenti delle accademie, che la Cultura ha due momenti sostanziali e necessari perché sia definita tale: pars destruens e pars costruens e mi spiace per voi, onoratissimi letterati riuniti, se non avete colto la seconda parte della costruzione critica. Forse siete devoti a Filippo Tommaso Marinetti e al suo Manifesto Futurista, ma nella vostra immensa sapienza e saggezza dovreste almeno conoscere Italo Calvino, avete presente? Mi sono forse spinta troppo oltre e chiedo scusa, ma è davvero necessario riedificare con nuovi presupposti ciò che si è distrutto con motivazioni valide. Altrimenti andiamo pure a bruciare biblioteche o dire che la guerra è l’unica igiene del mondo.

So di non essere alla vostra vertiginosa altezza culturale, nella mia umile vita da docente di scuola secondaria di secondo grado lascio che i ragazzi distruggano fornendo loro elementi validi per ricostruire.

Sarebbe gradito, credo anche a nome di molti miei colleghi, se non lo fosse anche solo a nome mio, sapere come abbiate reperito fonti e testimonianze sulla offensiva certezza mai dimostrata che i docenti facciano copiare: “Non si tratta quindi solo della reintroduzione delle prove scritte, per molte ragioni indispensabile (insieme alla garanzia che non si copi e non si faccia copiare, come accade massicciamente ogni anno.

In ogni ambito e ambiente di lavoro esistono i meritevoli e i perditempo, i competenti e gli scappati di casa, i colti e gli ignoranti, i lavoratori seri e responsabili e gli approssimativi che aspettano a fine mese la paga.

Non so come siate abituati nelle Accademie e nell’Olimpo dei Letterati, ma so che noi umili professionisti non facciamo copiare o almeno non tutti o non in massa come se fosse una certezza e non una ipotesi peraltro non dimostrata e quindi per molti aspetti, se non tutti, diffamante.

Non completamente soddisfatti delle illazioni presentate, concludete questa parte di s-ragionamento esortando i docenti a dare un messaggio di serietà e di autorevolezza che in fondo gli studenti (soggetto sottinteso credo, ma potrei sbagliare vista la mia ignoranza) si aspettano da parte degli adulti.

Al netto delle interpretazioni personali e lavorando con tanta abnegazione, nonostante scarsi successi, ritengo sia dire: non siete seri e non siete autorevoli. Attendo correzioni dagli Scienziati riuniti in sessione plenaria e intanto ho azzardato una spiegazione, Accademia permettendo.

Il finale, Siore e Siori venghino, è con il botto:

“Infine la scuola, che delle promozioni si assume la responsabilità, riacquisterebbe un po’ di quella credibilità che ha perso proprio scegliendo la via dell’indulgenza a compenso della sua frequente inadeguatezza nel formare culturalmente e umanamente le nuove generazioni”.

Provo ancora a interpretare il testo e chiedo venia se cadrò in errore, mi è venuta a mancare la maestra da piccola. Dunque, la Scuola si assume la responsabilità delle promozioni. In effetti non mi sembra una verità disvelata a pochi eletti. Si lavora e ci si assume la responsabilità del proprio operato. Si fa autocritica, si comprendono gli errori, si seguono corsi di aggiornamento, si migliora costantemente per essere degni del proprio operato come professionisti di un settore e come formatori in questo caso specifico nell’universo scuola.

Rullo di tamburi…Ladies and gentlemen sappiate che non siamo neanche più credibili perché troppo indulgenti. E questa indulgenza nasce dalla nostra inadeguatezza come formatori che ci porta ad essere superficiali, impreparati, senza strumenti operativi e di conseguenza a promuovere tutti ad casum (sono educata altrimenti avrei scritto ad cazzum).

E che nessuno pensi di essere almeno umanamente preparato perché regna sovrana: una inadeguatezza nel formare umanamente le nuove generazioni.

Concludo queste riflessioni con uno scritto dedicato a Voi Illustrissimi che quanto mi piacete a me!

Santissimo Savonarola, quanto ci piaci a noi due! Scusa le volgarità eventuali.

Santissimo, potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi?

Eh? Savonarola, e che è? Oh! Diamoci una calmata, eh! Oh! E che è?

Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che, questo e quello, pure per te!

Oh! Noi siamo due personcine perbene, che non farebbero male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi, varrai più di una mosca, no?

Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.

Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere.

I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti, sotto.”

Professoressa Natalia Aradis

Frittole estate quasi 1500