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CIVITAVECCHIA – Anche Civitavecchia si ferma di fronte alla morte di Papa Francesco. Sarà presieduta dal vescovo, monsignor Gianrico Ruzza, e concelebrata da tutti i sacerdoti della diocesi la Messa in suffragio del Santo Padre. Alla celebrazione, mercoledì 23 aprile alle 18 in Cattedrale, prenderanno parte anche tutti i gruppi parrocchiali, i movimenti, le associazioni e gli organismi ecclesiali della diocesi.
APPUNTAMENTI ANNULLATI Nel frattempo il Comitato diocesano Patrona Santa Fermina ha annullato in segno di lutto per la scomparsa del Santo Padre la conferenza storica prevista per mercoledì pomeriggio nella Sala Giovanni Paolo II ed il concerto bandistico itinerante, previsto per domenica 27 aprile. Rinviati a data da destinarsi anche “Ferma. Fermina raccontata dalle Capinere” in programma per giovedì e San Romolo, inizialmente previsto per sabato al Traiano.
LA VISITA AL CARCERE DI BORGATA AURELIA Era il 14 aprile 2022 quando papa Francesco, a bordo della Fiat 500L bianca, arrivò al carcere di Borgata Aurelia, per celebrare la messa del Giovedì santo in Coena Domini nella cappella del carcere, lavando i piedi a dodici detenuti. Al termine della messa la Direttrice del carcere Patrizia Bravetti, non senza emozione, ha rivolto alcune parole di ringraziamento al Santo Padre e offerto in dono una stampa del porto antico di Civitavecchia, alcuni prodotti dell'orto coltivato dai detenuti e alcune opere fatte dal personale e dai detenuti. Una visita durata un paio d’ore, quella di Bergoglio, ma che è rimasta impressa nel cuore di chi ha potuto prendere parte alla cerimonia prima, e al breve saluto nella sala colloqui poi.


IL TRIBUNALE ECCLESIASTICO DIOCESANO «Grazie a papa Francesco: a lui un omaggio di riconoscenza e di gratitudine a nome di tutti gli operatori del nostro Tribunale Ecclesiastico e anche dei nostri fedeli che hanno beneficiato della sua riforma, e di cui egli si è preso cura, prestando ascolto, attenzione e comprensione». Ad esprimersi così il presidente del Tribunale Ecclesiastico della nostra Diocesi, don Giovanni Demeterca che ricorda che il Tribunale Ecclesiastico locale è stato voluto proprio da papa Francesco che lunedì mattina è tornato alla casa del Padre. "Dal 2015 in poi ho potuto conoscere e apprezzare in papa Francesco nell'esercizio della preziosa funzione giudiziale, esercitato da lui con grande sapienza, secondo verità, equità e giustizia e sempre in favore della salvezza delle anime - scrive il presidente del Tribunale Ecclesiastico Diocesano, don Giovanni Demeterca - personalmente mi piace pensarlo e ricordarlo come un papa coraggioso che ha riformato il processo matrimoniale, provvedimento sollecitato molti anni prima dall'entrata in vigore del Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI), ma solo lui ha avuto la forza e la determinazione di attuarlo con competenza scientifica, rigore giudiziale, e sensibilità pastorale. E' stato un dono per il suo ministero di carità e di verità, sempre accanto alle persone fragili. Papa Francesco ha avvertito l'urgenza, non più derogabile, di una pastorale familiare matrimoniale implicando anche il ruolo dei tribunali, da collocarsi nell'ambito più generale del rapporto tra diritto e pastorale e la necessaria celerità, prossimità e gratuità dei processi. Francesco era consapevole del fatto che la pastorale aveva preceduto il diritto per trovare poi in esso la conferma dei suoi indirizzi, la regola stimolante delle sue realizzazioni, la saggia e prudente guida nell'irrompere e prorompere dei problemi, che si moltiplicano in unera come la nostra. Il pontefice, con il suo alto insegnamento e la sua riforma, ha stimolato per riflettere e interrogarsi sulle risposte ai bisogni spirituali e pastorali dei fedeli che sperimentano il fallimento del loro matrimonio, mettendo in evidenza l'importanza di un sistema procedurale a garanzia dei loro interessi e diritti. In questo modo ha ribadito che se la pastorale familiare deve trasmettere i contenuti riferiti al matrimonio, spetta poi al giudice ecclesiastico verificare se quei contenuti, almeno nella loro essenza, siano stati compresi e voluti, e se i soggetti siano stati in grado di assumerli. Papa Francesco ha ricordato spesso a noi giudici, nei sui molteplici interventi alla Rota Romana, che questo è un compito della pastorale giudiziale che implica una vicinanza ai fedeli in difficoltà che intendono verificare la validità del loro matrimonio. Questi brevi cenni sono un omaggio di riconoscenza e di gratitudine a papa Francesco, a nome di tutti gli operatori del nostro tribunale e anche dei nostri fedeli che hanno beneficiato della sua riforma, e di cui egli si è preso cura, prestando ascolto, attenzione e comprensione. In questi 10 anni sono stati celebrati più di 100 processi nel nostro tribunale ecclesiastico di Civitavecchia, costituito nel 2015 dopo l'entrata in vigore della sua riforma. Papa Francesco, che ha avuto una visione del mondo e della Chiesa in grado di tenere conto del bisogno dell'altro e di andare con umiltà, fedeltà evangelica e amore in soccorso dell'altro che è nel bisogno, ha conosciuto la bellezza della nostra città anche grazie al repertorio fotografico che allegavo ogni anno alla relazione sull'attività del nostro Tribunale, foto che guardava con uno sguardo incuriosito pieno di stupore, esclamando ammirato “che bella città!”. Grazie Papa Francesco».
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