CIVITAVECCHIA – Quando entrate nell’atrio della Fondazione Cariciv in via Risorgimento, soffermatevi un attimo a leggere i nomi incisi sulla lapide che riporta i nomi dei soci fondatori della banca nel 1847, precisamente il 22 marzo di centosettantotto anni fa. I soci fondatori furono 36, oltre il Comune e la Camera di Commercio di Civitavecchia. Erano la classe dirigente civitavecchiese che dominò la scena cittadina nell’Ottocento, almeno fino all’arrivo delle truppe italiane nel settembre del 1870.
Carlo De Paolis riporta nel suo volume commemorativo del 1997, il verbale dell’adunanza di “tutti i cittadini che spontaneamente si erano sottoscritti” per aderire alla fondazione della Cassa di Risparmio di Civitavecchia. Si svolse il 22 marzo 1847, alle ore 5 pomeridiane, nella sala comunale. A redigerlo fu il segretario comunale Giovanni Sperandio. Pochi giorni dopo, il 14 aprile, papa Pio IX approvò la sua costituzione e il regolamento composto da 34 articoli. Il primo presidente fu Felice Guglielmi, all’epoca gonfaloniere. Il capitale sociale era costituito da 50 azioni, ciascuna dal valore di 40 scudi romani. Le normali attività bancarie iniziarono il 1 luglio dello stesso anno.
Monsignor Vincenzo Annovazzi affermava che, oltre alle scuole serali per gli operai gestite dai Padri Dottrinari, “l’altra istituzione non meno utile per la classe dei proletari anche in rapporto di moralità, è la Cassa di risparmio eretta in Civitavecchia nella primavera del 1847. Questo bel ritrovato della carità europea … tiene sempre dischiuso un asilo, un refugio, un tesoro alle urgenze del povero, alle vicende dei commercianti, alle domestiche previdenze”.
La Cassa nacque per aiutare la classe operaia della città che abituata “a consumare giornalmente il prodotto del suo travaglio senza darsi carico dell’avvenire, allora quando ritrae dal suo lavoro un lucro più che sufficiente pel bisogno della giornata (ciocchè spesse volte si verifica negli operai e facchini di Civitavecchia), se pensa a mettere da parte il superfluo per ogni futura necessità, difficilmente conserva presso di se per lungo tempo un tale avanzo, ma nella prima festività pubblica, al primo stimolo degli amici lo spende in giuochi, gozzoviglie ed in altre immoralità”.
La Cassa svolse per anni un’attività benefica a favore delle classi meno agiate della Città, cercando di arginare il fenomeno dell’usura particolarmente diffuso in città. In occasione del 50° anniversario della fondazione della banca, il Consiglio d’amministrazione stabilì di elargire cinque doti ammontanti ciascuna a lire 100 a favore delle giovani povere, nate e domiciliate a Civitavecchia dell’età dai 14 ai 25 anni. L’estrazione avvenne nella sede sociale della cassa alla presenza delle autorità cittadine e dei corrispondenti locali dei principali giornali di Roma.
Il 23 novembre 2015, la banca si fuse per incorporazione con Banca Intesa San Paolo. La sua storia e tradizione è stata ereditata dalla Fondazione Cariciv che prosegue l’attività benefica a supporto di Civitavecchia e degli altri comuni già sedi di filiali della banca.
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