CIVITAVECCHIA – Sono in grado di darvi i particolari del furto, anzi dei furti consumati domenica mattina nello stabilimento balneare Pirgo. Questo era molto affollato a mezzogiorno. Alle 12.20 l’avvocato Franklin De Grossi con la signora scesero in acqua. Questa volta non avevano consegnato, come erano soliti, le loro gioie e i valori alla bambinaia, perché questa si trovava distante e loro avendo fretta, pensarono di poter fidarsi per questa volta della loro stessa sorveglianza sul camerino (n.32 di 1° classe) che non ha scaletta interna ed è prospiciente sul ballatoio comune, bene in vista a tutti i bagnanti e al personale dello stabilimento.

Per maggiore precauzione, l’avvocato nascose la borsetta con i valori collocandola ad un piolo dell’attaccapanni avviluppandovi i suoi abiti.

La borsetta conteneva in un fazzoletto tutte le gioie e l’orologetto della signora, i quattro anelli dell’avvocato; sopra a questo fagottino c’era l’orologio d’oro con catena, un lapis e due ciondoli, dal valore di circa 600 lire.

Dopo pochissimi minuti di bagno, i coniugi andarono su a vestirsi in fretta. Tutto era a posto, non una traccia, non un’orma. Ma qualche minuto dopo, avendo la signora chiesto l’ora, per regolarsi sul pasto del bambino, l’avvocato constatò che nella borsetta c’erano le gioie avvolte al fazzolettino ma mancava l’orologio colla catena e i ciondoli.

L’avvocato pensò subito di bloccare il ladro che poteva essere ancora nello stabilimento, ma per far ciò occorreva l’ausilio di un agente. Lo cercò invano: né alla vicina stazione ferroviaria, né sul viale, né in tutte le vicinanze fu possibile trovare una sola guardia, un carabiniere, un doganiere, un vigile.

Quando l’avv. De Grossi si decise a fermare lui stesso, sulla sola uscita fatta lasciare aperta, le persone non conosciute nello stabilimento, e a farle perquisire da un addetto (erano le 13) molti avevano già preso il largo.

Ed ecco nel frattempo altri due bagnanti lamentarsi del furto di denaro dentro i camerini; uno di essi è il dottor Augusto Ansaldi, pure lui di Roma.

Tutti qui sono stupefatti di tanta audacia. Sono ladri romani? Sono ladri locali? Certo ci vuole molta audacia a consumare simili furti in camerini esposti allo sguardo degli stessi bagnanti. Sono estranei capaci di arrischiare tanto? …

In ogni modo tutti deplorano che non si adottino misure di sorveglianza con agenti romani negli stabilimenti dove possono esserci visite di ladri che possono giungere da Roma. Più ancora si deplora l’assenza di qualsiasi vigilanza in locali di questo genere.

(da Il Messaggero del 30 agosto 1911)

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