CIVITAVECCHIA – Campo 6, banchina 2, tomba 19. È la posizione della tomba di Luigi Gentili nel vecchio cimitero. Quello che rimane del primo anarchico ucciso a Civitavecchia ad inizio XX secolo.
“Civitavecchia, 15. Quest’oggi alle 15, cessava di vivere all’ospedale Luigi Gentili, che rimase ferito all’inguine da un colpo di rivoltella. L’autorità giudiziaria eseguisce ogni indagine, istruendo il processo ed assodando le responsabilità. Il Gentili era stato più volte condannato”.
Quanto scrive il Messaggero, due giorni dopo il ferimento del giovane anarchico da parte di un agente di polizia. Del ferimento abbiamo la cronaca edulcorata dal giornalista:
“Civitavecchia, 14. Oggi, circa le ore 15.30 in piazza Calamatta, si accese una grande contesa tra guardie di pubblica sicurezza e certi Gentili, Corvi e Taldini. Costoro, deve premettersi, erano stati precedentemente nell’ufficio di questura, armati di bastoni e randelli, offendendo e minacciando il delegato Tempestini e le guardie. Poco dopo, in piazza dell’Olmo, ove il Gentili e gli altri erano fuggiti, la contesa si riaccese: la guardia Lauro, per difendersi, esplose un colpo di rivoltella, che ferì all’inguine Luigi Gentili. Questi venne trasportato in uno stato gravissimo all’ospedale, ove gli fu operata la laparatomia. È stato arrestato certo Angelo Fiorentini, perché si crede che incitasse il Gentili e gli altri contro le guardie. Il Corvi e il Taldini sono latitanti”.
Anche dopo la morte Gentili fu perseguitato: furono proibiti i funerali solenni in pompa:
“La questura ha proibito che il trasporto del cadavere di Luigi Gentili, decesso ieri sera, avesse luogo con pompa, e ciò per misure di ordine pubblico, considerata l’eccitazione, specialmente del popolino. La piazza Calamatta sino dalle ore 15, era gremita di folla: dappertutto qua e là gruppetti di donnicciole e di operai, commentanti il fatto e le possibili responsabilità da parte delle guardie.
Il feretro ad ore 17.30, è uscito dall’ospedale ed era seguito da pochi amici, portanti due corone.
Due cordoni di soldati, uno sullo sbocco di via XVI Settembre, l’altro presso la porta della città, sbarravano il passo, trattenendo l’immensa folla, alla quale fu impedito di accompagnare la salma. Il servizio di P.S. era diretto personalmente dal sottoprefetto, cav. De Gaetano. Nessun incidente.
Vista l’impossibilità di passare, un giovanotto, Poloni Giuseppe, arringò la folla, dicendo che la protesta era egualmente riuscita e che i cittadini si ritirassero tranquilli”. Quel “donnicciole” è carico di disprezzo verso il proletariato civitavecchiese, si respira a pieni polmoni la lotta di classe.
Antonio Taldini e Sebastiano Corvi si costituirono qualche giorno dopo.
Il processo si aprì il 30 ottobre in Corte d’Assise a Roma: imputato la guardia Antonio Lauro “imputato di omicidio del pregiudicato Gentile”. La madre di Luigi, ucciso a 25 anni, era difesa dall’avvocato Saverio Merlino. Imputati di ribellione e violenza i due amici del giovane anarchico.
Fra le dichiarazioni rese, quella del sottoprefetto: la cittadinanza si lamentava che oltre il Gentile non fossero stati uccisi gli altri due sovversivi! Fu ascoltato anche Evaristo Spaccari che confermò la legittima difesa della guardia, aggredito dal Gentile armato di bastone.
I superiori del poliziotto fornirono ottime informazioni sul collega mentre Luigi Gentili era noto sfruttatore di prostitute, maltrattandole. Lo testimonia Margherita Mazzarini che fu accoltellata dal Gentili “per solo impulso di brutale malvagità” (è un classico dei verbali di polizia sui primi sovversivi civitavecchiesi inserirci lo sfruttamento della prostituzione a loro carico).
La cronaca del processo prosegue con la testimonianza di Artemisia Vigneri: “la quale ieri avrebbe deposto di avere veduto esplodere il colpo contro il Gentili quando costui era inerme, ma mostratale una carta planimetrica della piazzetta ove avvenne il ferimento del Gentili, e premurata ad indicare il posto ove ella si sarebbe trovata quando avrebbe presenziato all’avvenimento, essa indica un posto ove certamente sarebbe stata veduta dall’altro teste Casagrande, il quale nega che la Vignesi fosse stata presente”. Donna e testimone a carico della vittima, bisogna smontarne la testimonianza.
Fu deciso dalla Corte un sopralluogo in piazza dell’Olmo per meglio comprendere gli avvenimenti. I testi ricostruirono la scena dell’omicidio ma ognuno di essi diede una versione diversa dall’altra.
Il 6 novembre fu emessa la sentenza: alla guardia Lauro è accordato il beneficio della legittima difesa; Antonio Taldini è condannato a quattro mesi e 29 giorni di reclusione e 96 lire di multa; Sebastiano Corvi è condannato a tre mesi e 20 giorni di reclusione.
Quando il presidente della Corte dichiara assolto Lauro, la fidanzata dell’ucciso si lancia contro la guardia, gridando “Assassino, assassino” tra i più vivi clamori e le grida del pubblico.
A Luigi Gentili fu intitolato il primo circolo anarchico di Civitavecchia, nei fascicoli dei primi anarchici civitavecchiesi schedati si trova la loro adesione a questa realtà associativa. Dopo la morte di Pietro Gori si cambiò il nome del circolo civitavecchiese.
Oggi la sua memoria è completamente perduta in città. Se in questi giorni visitate il cimitero potete andare a rendergli omaggio al Campo 6, banchina 2, tomba 19.