Un vero terremoto ha scosso nelle ultime 48ore la politica italiana. La notizia dell’arresto del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è piombata come un meteorite sui palazzi della politica romana e nelle segreterie partitiche, sconvolgendo – e non poteva che essere così – la campagna elettorale per le Europee e le amministrative che si svolgeranno tra un mese esatto. Proprio questa coincidenza temporale ha ovviamente scatenato i più aspri commenti degli esponenti di centrodestra come pure l’immediata richiesta di un celere ritorno della Liguria alle urne da parte di quelli delle opposizioni. Passeggiando ieri in Transatlantico a Montecitorio non si parlava d’altro.
Tra chi commentava le trascrizioni giornalistiche delle intercettazioni di Toti e chi ragionava su un possibile impatto elettorale, l’argomento ha derubricato in secondo piano persino la chiusura delle liste per le Elezioni amministrative (contestualmente alle Europee andranno al voto ben 3715 comuni sui 7896 della Penisola, compresi 29 capoluoghi di provincia e 6 capoluoghi di Regione), che devono essere depositate entro dopodomani. “La solita magistratura politicizzata dalla sinistra anche questa volta agisce, con un disegno ben preciso, sotto elezioni” è il commento lapidario di un Ministro di primo rango ieri alla Camera dei Deputati per un’importante seduta di commissione. Per Maurizio Lupi - scurissimo in volto –segretario nazionale di Noi Moderati, partito di cui governatore Toti è presidente, “è a dir poco stupefacente che un’inchiesta che dura da tre anni e conclusasi lo scorso dicembre porti all’arresto dell’indagato dopo quasi sei mesi e, guarda caso, ad un mese dalle elezioni”. Sull’altro fronte, quello delle opposizioni, il più tenero tra i commenti captati nei vari conciliaboli è quello di Matteo Orfini, raffinato esponente della fu corrente dei “Giovani Turchi” del Pd: “se maramaldeggi ostentatamente tra yacht di lusso e alberghi a cinque stelle con certi personaggi, prima o poi va a finire che le mani nella marmellata le infili e scopri che ti piace pure”. Caustico ma geniale. E si potrebbe continuare con i commenti più o meno velenosi o allarmistici all’infinito.
Quello che però in queste ore sembra turbare di più Palazzo Chigi è l’opportunità, arrivati a questo punto, di un passo indietro dello stesso Toti. Passo indietro che però non sembra essere nelle intenzioni del governatore attualmente sospeso (la giunta è guidata pro-tempore dal vice presidente della Regione, il leghista Alessandro Piana), creando malumori nell’entourage del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Non è un caso, infatti, se Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FDI, proprio ieri ha dichiarato: “abbiamo avuto in passato la nostra sindaca di Terracina arrestata. Lei scelse di dimettersi immediatamente anche se poi non fu nemmeno rinviata a giudizio: sono scelte di opportunità politica e personale”. Nel frattempo si mormora che Massimo Nicolò, ex vice sindaco di Genova di Fratelli d’Italia, stia scaldando i motori.
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