La notizia è delle ultime ore ed è di quelle succulente e probabilmente siamo i primi a diffonderla. Nei corridoi del Consiglio Regionale del Lazio gira da ieri mattina la bozza della locandina realizzata per l’evento di chiusura della campagna elettorale della Lega per le Europee. L’evento si terrà a Roma (e non a Milano come ci si aspetterebbe da Matteo Salvini, che è pur sempre leader di un partito con un Dna nordista) il 6 giugno e precisamente a Piazza Santi Apostoli, un tempo luogo preferito da Romano Prodi per i bagni di folla dell’Ulivo che fu. E questa è già in sé una notizia, ma il bello viene ora. Sul palco con Salvini ci sarà solo un candidato anzi, “il” candidato leghista per eccellenza: il generale Roberto Vannacci. Che il vicepremier e ministro delle Infrastrutture abbia puntato tutte le sue fiches su Vannacci è ormai cosa nota, ma il fatto di chiudere una campagna elettorale nazionale a Roma – con buona pace della fronda nordista del partito – è certamente un segnale. E ce lo conferma una fonte assai addentro alle cose leghiste in Regione Lazio: “qui (nel Lazio n.d.r.) i sondaggi sono allarmanti, danno il Carroccio ampiamente sotto il 4% e con l’apporto di Vannacci si punta a superare il 5%”. Abusiamo allora della nostra gola profonda per chiedere: “ma perché, ancora girano sondaggi su quanto il generale può essere decisivo per Salvini?”. La risposta è laconica e al contempo inquietante: “certo, e se ne commissionano in continuazione! Al momento il dato è stabile, Vannacci può apportare un incremento tra l’1,5% e il 3%. Ecco perché Salvini se lo porta in giro come una Madonna pellegrina!”. Tutto chiaro, dunque: a dispetto delle critiche mosse un po' da tutta la classe dirigente leghista per la candidatura di Vannacci, Salvini si aggrappa a lui nella speranza di non dover subire il tracollo che molti analisti prevedono e che potrebbe segnare la fine della sua leadership alla guida del partito. Dalla Lega passiamo a Forza Italia, che in Regione ha da poco acquisito un pezzo da novanta, l’ex leghista di punta Giuseppe – detto Pino – Cangemi, passaggio di cui abbiamo già scritto nelle scorse settimane. La novità è che, nell’ottica di un probabile rimpasto nella giunta Rocca, il partito degli azzurri recrimina più posti e ritiene che la vicepresidenza del Consiglio regionale sia troppo poca cosa per una personalità così autorevole (ma soprattutto, aggiungiamo noi, con una cassaforte di preferenze così importante) come Cangemi. C’è addirittura qualcuno in Forza Italia, e parliamo del solito Gian Burrasca Claudio Fazzone, che pretenderebbe per l’ex leghista convertito la vicepresidenza della Giunta Rocca, una opzione che potrebbe scatenare un vero e proprio terremoto politico nella maggioranza e che, allo stato attuale, ci sentiamo di escludere. Infine, una pennellata di rosa, che non guasta mai. Pare che in Forza Italia Alessandra Mussolini e Renata Polverini, le due “gemelle diverse”, come qualcuno le ha già ribattezzate, stiano combattendo una battaglia fino all’ultimo voto per riuscire ad entrare al Parlamento europeo. L’una sui social, l’altra con un ramificato porta a porta in ogni singolo Comune del Lazio, cercano entrambe di non rimanere anche stavolta appiedate. Mussolini, che nel 2019 rimase fuori dall’Europarlamento subentrando solo a fine del 2022 ad Antonio Tajani divenuto nel frattempo deputato e ministro degli Esteri e Polverini, nemmeno candidata alle ultime elezioni politiche, sembrano entrambe fiduciose di farcela. Le ombre dei due uscenti azzurri Salvatore De Meo e Francesca Peppucci sono però all’orizzonte: su di loro Tajani punta per la riconferma. Chi ce la farà? Non manca molto e lo scopriremo.
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