Anno nuovo, vita vecchia. Eh sì, non ne sono passati molti di giorni dall’arrivo dell’attesissimo ventiventiquattro e se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, parrebbe proprio che sperare di trovarsi di fronte ad un città capace di regalare qualcosa di diverso (in meglio naturalmente), rispetto al recentissimo passato, è un’illusione. Abbiamo aspettato gli ultimi sgoccioli di questo capriccioso gennaio per evidenziare alcune delle notizie (relative a problemi oltremodo stagionati, il che dà la misura esatta di come e quanto sia ingolfato il motore dell’amministrazione comunale) a nostro avviso più straordinarie tra le numerose diffuse a tutto volume da Radio Pincio. Notizie che hanno destato ilarità e rabbia (come si fa a pensare che i cittadini dimentichino le promesse fatte e che si sono perse nel nulla ?), ma proprio per questo meritevoli prima di tutto di attenzione e poi di essere inquadrate in un discorso assolutamente serio che coinvolge una classe dirigente di questa nostra bella città d’incanto (vabbè, continuiamo pure a chiamarla così…) troppo spesso contradditoria e priva di una visione degna della massima considerazione.

Cominciamo ed è impossibile non sgranare gli occhi dalla meraviglia di fronte ad un servizio così titolato: “Mercato, Nunzi (Mppp): molte parole, poche idee e nessuna regola. Si pensi ad un commissario” (Civonline.it) ? E la domanda, errabonda nel capoccione in subbuglio del lettore, è un guizzo fulmineo simile ad una lama che si libera dal manico di un coltello a serramanico: “Ci risiamo con la struttura di piazza Regina Margherita. Quante volte si deve leggere che la situazione è insostenibile, che le proteste piovono a catinelle e che, imperterriti e impettiti, i nostri governanti cianciano sempre la solita disgustosa lagna della partenza dei lavori invece fantomatica e i bla bla bla che fanno venire il latte alle ginocchia o peggio ancora rompono gli zebedei ?”. Ma tant’è, quando ormai mancano soltanto pochi mesi alla kermesse elettorale, chissà perché ci si dimentica che sul mercato chiacchiere e soltanto chiacchiere hanno travolto i cittadini e i “proprietari” del Palazzo, evidentemente a corto di argomenti capaci di catturare l’attenzione generale, ripropongono noncuranti la minestra riscaldata di un meraviglioso progetto che non si sa dove sia e che Tullio Nunzi, presidente dell’associazione “Meno Poltrone Più Panchine”, considera: “avvolto nel vago e addirittura in grado di raggiungere il record di venti anni di gestazione”. E poi alza senza tanti complimenti il tiro: “E’ evidente l’inabilità della politica di realizzare una stranecessaria riqualificazione. Appare intollerabile la degradatissima situazione del nostro mercato. Questa amministrazione non è riuscita a concludere una ristrutturazione che in qualsiasi altra città avviene nel giro di 24 mesi”.

Allora ? Arriva febbraio e pensare che a giugno (che sarà il mese della resa dei conti pardon dei voti) Piazza Regina Margherita cambi volto (magari avvenga !!!) beh forse è meglio ridere per non piangere. Dal canto loro i mercatali, letteralmente affranti, trovano solo la forza per sospirare: “Quando passano i turisti vorremmo sprofondare perché ci vergogniamo dell’inguardabile deterioramento della zona in cui ci troviamo ad operare e che invece dovrebbe essere uno sfolgorante biglietto da visita per chi viene da fuori”. E dalle parti degli oppositori della giunta centrodestrorsa che aria tira ? Non proprio carezzevole, almeno da quella del M5S che per la millesima volta rivendica: “Trovarsi in simili condizioni è un’assurdità che i cittadini non possono né debbono accettare, soprattutto perché sanno che il nostro progetto di riqualificazione, già approvato e appaltato, è stato colpevolmente gettato nel cestino della carta straccia”.

Altro servizio da piazzare sul podio ? Sicuramente quello che ha visto protagonista il titolare dei Lavori Pubblici, Daniele Perello, che incalzato dai media sul precario stato di salute dello stadio “Fattori” s’è limitato a ricordare che andrà avanti la sistemazione della tribuna, ma non quella del manto erboso e del resto dell’impianto, il quale, a detta dell’ex delegata allo sport Daniela Lucernoni, finirà per diventare una cattedrale del deserto. Sperando naturalmente che ciò non avvenga, va tuttavia registrato il tentativo del folto crinito assessore di indorare la pillola per ammorbidire la collera dei supporters nerazzurri che, però, sarà bene sottolinearlo, della tribuna vestita a nuovo non se ne fanno nulla se sul rettangolo non si può ammirare sia il Civitavecchia Calcio impegnato in emozionanti match. Però la notizia non è solo questa del “Fattori” destinato ad aspettare chissà quanto prima di ritornare a… vivere. E’ piuttosto la riflessione a voce alta dall’effervescente Perello davanti ai taccuini dei cronisti: “Credo che se avessi avuto la possibilità di lavorare per cinque anni sullo stadio, di sicuro si sarebbe chiuso l’intero iter per la sua riapertura. A tempo debito spiegheremo cos’è successo”. Hai capito che spingardata ! Inutile cercare di interpretare queste parole di fuoco, sono chiare come la luce del sole. Cioè: i suoi predecessori, Sandro De Paolis e Roberto D’Ottavio, hanno lasciato che il tempo volasse senza combinare una mazza. Bella botta, no ? Ma di grazia, risulta forse che lui abbia alzato la voce e puntato il dito contro i suoi alleati di maggioranza nel corso dei quattro anni e mezzo in cui ha affondato le sue soffici chiappe sullo scranno dell’aula Pucci ? E risulta altresì che riguardo al “Fattori” abbia mai chiamato in causa il sindaco Tedesco non foss’altro per metterlo al corrente che non si stesse agendo nella maniera giusta per eseguire un’opera fondamentale per il football, sulla quale era piovuta la manna di ben tremilioni e mezzo di euro grazie all’interessamento dei pentastellati ?

Tutto qui ? No, tanto per (s)gradire è stato financo riesposto l’annosissimo tema del Centro per l’Impiego, al quale questa rubrica ha già concesso ampio spazio sottolineando (e denunciando) che giovani in cerca di lavoro e disoccupati di ogni età per scovare notizie utili per la propria disgraziatissima situazione dovessero obbligatoriamente recarsi a Tarquinia in una sorta di viaggio della speranza. Pure per siffatto rilevantissimo argomento (mai affrontato con la ferrea determinazione di risolverlo visto che la più che idonea sede per (ri)accogliere in loco un servizio così centrale, di proprietà dell’imprenditore Mario Benedetti e vincitrice del bando emesso dal Comune, ancora oggi non si sa per quale misterioso motivo, è stata inopinatamente bocciata) la Tedesco’s band è tornata a suonare la grancassa. Ok, per oggi basta così. Ma la storia delle opere incompiute e relegate per lunghissimi quattro anni e mezzo nell’angolo più buio della trascuratezza – seppure annunciate con squilli di tromba e presentate con manifestazioni sontuose e scintillanti (Ficoncella su tutte) – non finisce qui. E ci sarà tempo e spazio per raccontarla. Buon tutto a tutti. 
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