E’ un settembre di speranza. Decisamente. E non mancano coloro (mica pochi !!!) che addirittura sognano ad occhi aperti una Civitavecchia così… nuova da finire travolti da uno tsunami di brividi colorati di irresistibile entusiasmo. Non mancano, è vero, momenti a rischio rabbia (e disperazione) e ne accenneremo soprattutto per cercare di dare la sveglia a chi troppo facilmente finisce in braccio al suo stupidissimo e deprecabile dolce far nulla o peggio ancora mefreghismo, ma le notizie che spalancano le porte alla felicità naturalmente meritano di accomodarsi in prima fila. Sarebbero ? Calma e gesso, eccole.

La prima riguarda il protocollo d’intesa tra Regione, Palazzo del Pincio e Mit “per lo sviluppo delle programmazioni infrastrutturali e per trasformare la città portuale in un centro logistico di primaria importanza nell’ambito della rete dei trasporti europea” (Civonline). Inutile cercare di affidarsi ai più svariati aggettivi per esaltare un momento tanto importante , valgono molto di più di qualunque smielata infiorettatura le reazioni di esponenti sia di centrodestra che dello schieramento opposto. Intanto quelle di due delle superwomen della corazzata “meloniana”, la vice presidente della Regione Lazio ( e inoltre assessora a Sviluppo Economico, Commercio, Artigianato, Industria e Internalizzazione ) Roberta Angelilli e della consigliera regionale, che a questa latitudine non ha certamente bisogno di larga presentazione, Emanuela Mari. L’una è andata subito al sodo evidenziando in maniera sintetica ma chiarissima che “l’atto rende ancora più efficace la politica di promozione turistica, infrastrutturale, economica e dei servizi del territorio grazie alle opere di miglioramento che verranno finanziate con fondi del Pnrr. L’hub diventerà un motore di sviluppo per Civitavecchia” (Civonline e Big Notizie).

L’altra dal canto suo ha rimarcato che “il suddetto protocollo è elemento essenziale alla crescita sostenibile, turistica e ai servizi innovativi in vista anche del Giubileo 2025 e della candidatura di Roma Capitale per Expo 2030. Si tratta di un ragguardevole passo in avanti in ragione del ruolo centrale della città di Civitavecchia e quindi del suo scalo marittimo. Ed è stato compiuto puntando su una trasformazione del litorale nord che mira alla interconnessione tra il territorio e la struttura portuale” (Civonline).

Piena soddisfazione financo della consigliera regionale pidina, Michela Califano: “il segnale è assolutamente ottimo e va nella giusta direzione. Ossia in quella che ci ha visti impegnati, attraverso un lavoro intenso, in questi anni. Non posso dunque che essere contenta di un impegno del genere, tenendo in grandissimo conto che il porto e il territorio civitavecchiese sono per il Lazio prioritari. Siano benvenuti tutti gli sforzi per garantire questa centralità e la creazione di nuove opportunità di sviluppo. Ora però è basilare dare gambe a tutto ciò e non lasciare che rimanga lettera morta” ( ibidem). E adesso la seconda (notiziona). Sontuosa e giusta per meritarsi l’apertura de Il Messaggero: “Ex Italcementi, i rendering di Roma 3 e Sapienza del polmone verde: opera da 35 milioni. Pelle d’oca. Lettura emozionante. Nuove generazioni in preda ad una travolgente overdose d’euforia: si ritroveranno strafelici con un’ampia area green di 120.000 metri quadrati (capito bene ? Centoventimila) dove sarà incastonata una straordinaria zona commerciale impreziosita da negozi d’alto bordo, specie d’abbigliamento con le grandissime firme del prestigioso made in Italy pronte a calamitare frotte di turisti, civitavecchiesi e cittadini provenienti da tutto il territorio. Insomma un progetto megagalattico e scintillante capace di cambiare i connotati di questa non “bella” bensì “bellissima città d’incanto”.

Eh sì, i sogni galoppano nelle praterie dell’entusiasmo.

Tuttavia qualche dubbio fa capolino e la domanda sgomma inarrestabile: questo smisurato spazio da riempire con tutto ciò che più attraente e fantastico non potrebbe essere non risulta che sia già di proprietà del Comune e allora quanto si dovrà ancora aspettare perché venga acquisito ? Nella trepida attesa che all’annuncio giornalistico spaccatimpani faccia seguito una spumeggiante conferenza stampa che ufficializzi l’appropriazione dell’ex Italcementi , si continui pure a flirtare con la strepitosa visione della Civitavecchia che verrà sicché (ci scappa pure la rima baciata, tiè !) chi vivrà vedrà. Intanto ad agire da cassa di rumorosissima (nonché odiosissima) risonanza alla quotidianità sono le continue, e a quanto pare interminabili, denunce del degrado che regna sovrano in ogni dove.

Basta posare lo sguardo sui telematici, e in primis su Trc particolarmente attento al grave problema,e si viene travolti da siffatti titoli: “Rifiuti abbandonati in via dei Rocchi a San Liborio”; “Piazzale Torraca tappezzato da buste piene di indifferenziata”; “Fosso del Marangone discarica a cielo aperto”; “Foce del Marangone, scempio ambientale vista mare”; “Sfalcio di piante lasciate sul posto nel quartiere Benci e Gatti”; “Teloni, resti di mobili, scatoloni e addirittura televisori in ordine sparso a Poggio Paradiso”; “Parco di viale Togliatti, antistante la scuola materna Andersen, invaso da sporcizia, aghi di pino, siringhe ed escrementi di cane”. Insomma ce ne è per tutti i (dis)gusti. E, come sempre più di sempre, i contribuenti, che dalla morsa delle salatissime tasse non hanno alcuna possibilità di liberarsi, si chiedono smarriti (e increduli) perché sia una chimera scovare e punire gli irriducibili vandali e finalmente restare inebriati dal profumo della città pulita. Buon tutto a tutti.

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