«Il regolamento sui Dehors riguarda l’ornato e ha lo scopo di uniformare e dare dei limiti a quelle che sono le finiture dei dehors per rendere più omogeneo il centro storico». A parlare è Emanuele Aronne, assessore alla qualità degli spazi urbani del Comune di Viterbo.

Sul regolamento per i dehors, primo nella storia del Comune capoluogo, l’assessore ha ricevuto tanti commenti e giudizi positivi, a cominciare dalle associazioni di categoria economiche che sono state coinvolte attivamente nella fase di creazione del documento programmatico.

Per Aronne uno dei fatti più importanti che deriverà dall’approvazione del regolamento comunale sui dehors «sarà l’incentivo che viene dato a tutti quegli esercenti di rivendita cibi e bevande che, all’interno del medesimo ambito spaziale, si mettono insieme e fanno un progetto unitario. In questo specifico caso gli esercenti hanno uno sconto del 30% sulla tosap, la tassa di occupazione di suolo pubblico».

Ma cosa s’intende per dehor? Viene in aiuto il regolamento approvato dalla città metropolitana di Bari. La normativa di riferimento è nazionale ed è esplicativo per capire questo regolamento in cui viene definito dehor “l'insieme degli elementi posti in modo funzionale ed armonico sullo spazio pubblico che costituisce, delimita ed arreda le aree all'aperto, annesso a locali riguardanti attività commerciali con somministrazione di alimenti e bevande; commerciali di vicinato; agricole e artigianali; laboratori artigianali connessi alla preparazione e alla commercializzazione di prodotti tipici e tradizionali destinati al consumo diretto”.

Tutte attività che, se fossero rilanciate all’interno del centro storico, potrebbero sanare una situazione oggi quantomeno stagnante. Gianfranco Piazzolla, presidente di Confimprese, nei giorni scorsi aveva definito “fuorvianti” i numeri sui saldi delle imprese in centro snocciolati dalla sindaca Frontini che riscontravano 27 imprese in più. Per Piazzolla l’arco temporale di riferimento dev’essere di almeno 2-3 anni. Ma Piazzolla ha lodato il lavoro svolto per il regolamento sui dehors che va nella giusta direzione.

«Sono stati fatti degli allegati al regolamento – continua Aronne – che prevedono la lista di ciò che si può mettere o no, per esempio alcune tipologie di tavolini e ombrelloni e sedie di plastica. Tutto dovrà essere degno del centro storico. Quindi sono stati determinati gli ambiti spaziali come le piazze e il percorso della Macchina di Santa Rosa, con linee guida su cosa si può fare o meno in questi spazi soprattutto dal punto di vista estetico. I dehors devono essere curati e non brutti».

Altro punto di arrivo il titolo edilizio per i dehors ed il regime da applicare quando gli esercizi sono chiusi. «Fino a 48 ore si può prevedere - dice ancora l’assessore - di lasciare un accatastamento in loco che dev’essere preventivamente dichiarato ma dopo due giorni nulla deve rimanere in piazza perché ne va a inficiare il decoro e le attività di riferimento devono avere regolare licenza». Il regolamento sui dehors del Comune di Viterbo ha suddiviso le zone in centro storico e zona periurbana (“inserita, quest’ ultima, nel piano del 1959) che sono fuori dalle mura civiche ma hanno una qualità estetica maggiore. Altro importante punto del regolamento è «la codificazione dei dehors che possono utilizzare i negozi di prossimità – conclude Aronne - Il negozio di alimentari che vende il panino, per esempio, non può avere il dehor perché è esclusivo per gli esercizi che vengono cibi e bevande ma, se il regolamento del commercio lo prevede, potranno essere messi specifici arredi urbani come panchine, vasi o tavoli alti». Il regolamento dovrà ora avere il parere favorevole della Soprintendenza e poi potrà avviarsi l’iter approvativo.