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«Il dimensionamento scolastico non è una meteora caduta sulle teste dei nostri bambini la settimana scorsa. Nessuno ha mai promesso niente a nessuno sul dimensionamento scolastico la nostra regione, come tutte, rispetta le norme e gli impegni assunti. Non ci sono solo quelli assunti dalle regioni sul governo. Ma anche da precedenti governi rispetto alla comunità europea. Non è un’invenzione del governo Meloni agganciare le autonomie scolastiche alle rate del Pnrr. È utile rammentarlo». Lo ha detto Daniele Sabatini giovedì in consiglio regionale in replicando alla consigliera Mattia del Pd critica con la Regione sul dimensionamento scolastico delibertato “durante le feste di Natale”.
Dimensionamento che nella Tuscia riguarda l’istituto comprensivo Carmine di Viterbo e la scuola di Grotte di Castro.
Alla dichiarazione di Sabatini ha replicato ieri il presidente della Provincia, Alessandro Romoli.
«In qualità di Presidente della Provincia di Viterbo, ritengo opportuno intervenire sul tema del dimensionamento scolastico, un argomento di fondamentale importanza per il nostro territorio, anche alla luce delle recenti dichiarazioni del consigliere Daniele Sabatini» afferma Romoli secondo cui «il consigliere ha avanzato critiche che necessitano di un chiarimento: il potere sostitutivo che la Regione Lazio intende applicare non è una conseguenza della mancata azione da parte della Provincia o dei Comuni. Al contrario, gli enti locali hanno lavorato con responsabilità e trasparenza, esprimendosi attraverso delibere puntuali e condivise, alcune delle quali sono state esaminate favorevolmente anche dal tavolo regionale sul dimensionamento scolastico».
Romoli ricorda che «già da marzo 2024, la Provincia di Viterbo ha avviato un percorso di confronto con le parti sociali e i dirigenti scolastici, organizzando tavoli tecnici mirati ad approfondire una problematica così delicata. Il nostro impegno è stato sempre orientato alla tutela del diritto all’istruzione e al mantenimento di un’offerta formativa adeguata per le nostre comunità».
«Nonostante questo lavoro - prosegue il presidente della Provincia - ci viene chiesto di operare un ulteriore sacrificio, che prevede la chiusura di due istituti scolastici: uno situato in una zona montana, già fragile dal punto di vista demografico e infrastrutturale, e un altro che supera i 600 alunni. Si tratta di decisioni che, se applicate, penalizzerebbero gravemente i territori già colpiti da fenomeni di spopolamento e da tagli ai servizi essenziali. È inoltre doveroso sottolineare una disparità evidente: su 23 istituti da chiudere in tutto il Lazio, solo sei si trovano a Roma e provincia, una realtà che conta oltre tre milioni e mezzo di abitanti. Questa disparità colpisce in modo sproporzionato le aree interne, come la provincia di Viterbo, che rappresentano un tessuto sociale ed economico già fragile e che andrebbe invece valorizzato».
Romoli ricorda inoltre che «come Presidente, ho già espresso le mie perplessità all’assessore regionale competente, Giuseppe Schiboni, e al gruppo consiliare di Forza Italia, sollecitando un riesame delle scelte. In più occasioni, ho sottoposto le mie considerazioni all’amministrazione regionale, auspicando una maggiore attenzione verso i territori periferici, che non possono essere abbandonati a ulteriori sacrifici senza una strategia complessiva di rilancio. Abbiamo assistito a prese di posizioni di consiglieri regionali appartenenti anche a Fdi i quali rendono noto che con l’approvazione di emendamenti alla delibera di giunta da loro predisposti (dichiarazioni del consigliere Tiero di Fratelli d’Italia ) hanno salvato la perdita dell’autonomia scolastica dell’istituto di Castelforte in provincia di Latina che invece doveva essere chiuso. Come mai - chiede Romoli - questa stessa iniziativa non è stata assunta per i due istituti di Viterbo? La Provincia di Viterbo, da parte sua, continuerà a tutelare con determinazione le decisioni prese all’unanimità dal consiglio provinciale, approvate dopo un confronto con il comitato regionale, e rimane ferma nell’impegno di garantire un’istruzione di qualità a tutti i cittadini».