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CIVITAVECCHIA – Statua del bacio addio. Si accende il dibattito politico a Civitavecchia sulla decisione della nuova amministrazione di non prorogare il prestito della statua “Embracing Peace”, meglio conosciuta come la statua del bacio, simbolo ormai iconico del turismo cittadino. L’opera, installata sul waterfront, ha attirato negli anni migliaia di turisti, diventando protagonista di innumerevoli scatti condivisi sui social e contribuendo a dare visibilità alla città.
La scelta di non rinnovare il prestito, scaduto il 31 dicembre scorso, ha sollevato le critiche del capogruppo della Lega, Antonio Giammusso, che accusa l’amministrazione guidata dal sindaco Marco Piendibene di mancanza «di visione e coraggio». «Come possiamo rilanciare il turismo se rimuoviamo le piccole attrazioni che contribuiscono alla visibilità della città?», ha dichiarato Giammusso, sottolineando come la politica non possa limitarsi a gestire i costi, ma debba avere una strategia di valorizzazione del territorio.
La statua, originariamente concessa in prestito durante l’amministrazione precedente, era stata prorogata fino al 31 dicembre 2024 con una delibera della giunta per un costo di 20.000 euro. Tuttavia, la nuova maggioranza ha deciso di non estendere ulteriormente il prestito, che sarebbe costato circa 35.000 euro l’anno, né di acquistare l’opera per una cifra stimata in centinaia di migliaia di euro.
«Questa politica del No rischia di danneggiare l’immagine e il futuro di Civitavecchia», ha aggiunto Giammusso, chiedendo al sindaco di rivedere la decisione in virtù del grande consenso che la statua ha riscosso tra cittadini e turisti. Il capogruppo ha concluso sottolineando come un simbolo di accoglienza e visibilità non debba essere sacrificato in nome di meri calcoli economici.
Chiaro il punto di vista dell’assessore al Turismo Piero Alessi che ha spiegato: «Per la statua ci sono state chieste somme rilevanti ed è poi mia opinione personale che il brand turistico per civitavecchia fosse rappresentato da altri punti di forza del territorio come ad esempio il Forte Michelangelo o le Terme Taurine. Abbiamo brand turistici fortissimi e vogliamo puntare sui valori che noi possediamo e investire in termini di brand».
Una piazza che rischia di rimanere “vuota” senza la statua ma Alessi non è preccupato: «L’idea originaria di piazza degli Eventi era, appunto, quella di luogo in cui realizzare eventi e su questo vogliamo puntare: realizzare eventi che possano avere una forte attrattiva turistica, a questo si aggiunge il fatto che la statua costa anche soldi, un dato che incide nel ragionamento complessivo».
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