Il vino non è solo un prodotto commerciale, ma un simbolo della cultura italiana. Lo ha ribadito Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo ed eurodeputata di Fratelli d’Italia/ECR, intervenendo agli “Stati generali del vino”, organizzati dall’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. «La viticoltura racconta una storia millenaria fatta di tradizione e innovazione, capace di generare valore economico e sociale. Da questo dobbiamo partire. Offriamo impegno, supporto e ascolto per il successo del sistema Italia», ha dichiarato Sberna, presso la Sala della Protomoteca - Campidoglio di Roma. L’Italia è il primo produttore mondiale di vino, con una produzione di 49,7 milioni di ettolitri nel 2024 e un export che supera i 7 miliardi di euro. Un settore che traina l’economia, crea occupazione e sviluppo, osserva Sberna. Nonostante questi numeri, prosegue nel ragionamento la vicepresidente, il comparto vitivinicolo affronta delle sfide. C’è chi tenta di assimilare il vino ad altre sostanze nocive, proponendo regolamentazioni restrittive. «Abbiamo il dovere di difendere il settore con un’azione propositiva nelle sedi istituzionali di competenza, nelle commissioni, nei negoziati con la Commissione Europea. Perché se penalizziamo il vino, penalizziamo tutti gli Stati europei, ma più di tutti l’Italia», ha sottolineato Sberna. La missione è chiara: proteggere il valore del vino italiano, sia come prodotto, sia come parte integrante della nostra identità culturale ed economica. All’apertura del lavori, oltre alla vicepresidente Antonella Sberna, è intervenuto il ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.