CIVITAVECCHIA – Questa mattina circa duemila agricoltori, grazie all’arrivo di produttori da altre Regioni, si sono mobilitati con un sit-in nel porto di Civitavecchia, sotto la sede dell’AdSP, per protestare contro quella che Coldiretti definisce «invasione di olio straniero».

Una manifestazione pacifica con un’azione simbolica, organizzata appunto dalla Coldiretti, che ha visto anche dieci imbarcazioni sventolare le bandiere gialle in mare per intercettare una nave proveniente dalla Tunisia «carica – spiegano – di prodotto estero», mentre sulla banchina olivicoltori e produttori mostravano cartelli e slogan per chiedere misure immediate contro la concorrenza sleale.

Secondo Coldiretti, come sottolineato in una nota, nel 2024 sono stati importati 65 milioni di litri di olio extra UE, alimentando il rischio di frode e inganno per i consumatori.

«Importiamo olio straniero a dazi zero, si rischia la concorrenza sleale nei confronti dei nostri prodotti», denuncia David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio e vicepresidente nazionale. «Produciamo 300mila tonnellate di olio – ha aggiunto -, ne consumiamo 500mila, ne esportiamo 600mila, se abbiamo bisogno di oltre un milione di tonnellate come è possibile che le cisterne dei nostri agricoltori siano sempre piene?».

A preoccupare gli olivicoltori è soprattutto il meccanismo di importazione agevolato dell’olio tunisino, favorito da un accordo UE che consente l’ingresso senza dazi doganali di 56.700 tonnellate di olio vergine d’oliva tra gennaio e dicembre. «L’olio tunisino viene venduto a meno di 5 euro al litro, schiacciando il nostro mercato e costringendo i produttori italiani a svendere sotto i costi di produzione», sottolinea Coldiretti.

A condividere la preoccupazione è Camilla Petrucci, delegata di Giovane Impresa Lazio per Coldiretti: «Portiamo avanti questa battaglia da anni, chiedendo un’etichettatura chiara e trasparente per i consumatori. Contrastiamo tutti i prodotti che entrano senza regole, ma ci ritroviamo sempre soli in questa battaglia».

L’importazione senza controlli stringenti potrebbe compromettere la qualità dell’olio extravergine d’oliva italiano, considerato uno dei migliori al mondo. «Non possiamo permettere che la concorrenza sleale distrugga il nostro settore», ribadisce Granieri. Coldiretti e Unaprol chiedono quindi l’istituzione di un Registro Telematico Unico europeo, simile al sistema Sian italiano, per garantire maggiore trasparenza e tracciabilità dell’olio importato.

«Questo strumento permetterebbe di tutelare i consumatori e valorizzare il prodotto autentico», afferma Granieri, che lancia un appello alle istituzioni: «Chiediamo attenzione e regolamentazione. Quello che sta accadendo oggi all’olio riguarda tutta l’ortofrutta. Non possiamo più tollerare l’esproprio della ricchezza del nostro territorio, succede in tutte le regioni, non solo nel Lazio».

Le operazioni di protesta si sono svolte sotto il monitoraggio delle forze dell’ordine e della Guardia di Finanza, che ha scortato le imbarcazioni in mare. Un segnale forte da parte degli agricoltori, che chiedono regole certe per difendere il Made in Italy e il futuro dell’olivicoltura nazionale.

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