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Per l’abbattimento delle liste d’attesa la Regione stanzia altri 5 milioni di euro che vanno a sommarsi ai 15 residui per un totale di oltre 20 milioni di euro. Alla Asl di Viterbo spetteranno 884mila e 256 euro per azzerare 19.499 prestazioni sanitarie fuori soglia, ossia prenotate oltre i termini previsti dalle classi di priorità.
Questo ulteriore finanziamento, dopo lo stanziamento di ottobre scorso, si è reso necessario perché, come si legge nella delibera, “dai dati messi a disposizione da LazioCrea ad oggi risulta ancora una quota di utenti “fuori soglia” per i quali le prestazioni sanitarie richieste non risultano prenotate secondo le tempistiche definite dal Pngla (Piano nazionale di Governo per le liste d’attesa) per un valore complessivo di 20.724.760,62 euro”.
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca lo aveva ribadito: ridurre i tempi fino ad azzerare le liste d’attesa rimane una delle priorità del suo mandato. In tutto il Lazio, secondo i dati ufficiali forniti da Lazio Crea, restano poco meno di 459 mila prestazioni non erogate in tempi ordinari cui si deve intervenire. Nel Lazio sono coinvolte tutte le Asl con numeri che vanno dalle 89 mila prestazioni fuori soglia della Asl Roma1 alle 84 mila della Asl Roma 2, passando per le quasi 41 mila della Roma 3, le 21 mila 338 della Roma 4, le 21 mila 101 della Roma 5 e le 32 mila della Asl Roma 6. I numeri delle aziende ospedaliere sono altrettanto allarmanti: il Policlinico di Tor Vergata ha 16 mila prestazioni fuori soglia; il Sant’Andrea oltre 7 mila; il San Giovanni 7 mila 525; l’Umberto I oltre 8 mila. Per quanto riguarda le altre province del Lazio Rieti conta 15 mila 160 prestazioni non regolari, Latina oltre 31 mila e Frosinone oltre 24 mila. Il piano regionale di ripartizione delle risorse regionali per migliorare i numeri delle liste d’attesa è proporzionale ai numeri degli assistiti per ogni Asl. In base a questi parametri i fondi sono stati suddivisi con 4,4 milioni di euro alla Asl Roma 1; 3,9 milioni alla Asl Roma 2; 1,8 milioni alla Asl Roma 3; 793 mila 200 euro alla Asl Roma 4; 1,1 milioni di euro alla Asl Roma 5 e 1,4 milioni alla Asl Roma 6. Le aziende ospedaliere hanno invece avuto: poco meno di 600 mila euro il San Camillo; 571 mila 827 euro il Policlinico di Tor Vergata; poco più di 216 mila euro il Sant’Andrea; 24 mila e 500 euro lo Spallanzani; 269 mila 496 euro l’Ifo e più di un milione di euro il Policlinico Umberto I. Oltre ai già citati 884 mila 256 euro destinati all’abbattimento delle liste d’attesa delle Asl di Viterbo, il resto delle province hanno ottenuto: poco più di un milione di euro la provincia di Frosinone; 673 mila 494 euro quella di Rieti; oltre 1,5 milioni di euro per la provincia di Latina. Per attuare concretamente la distribuzione delle risorse regionali gli enti coinvolti del sistema sanitario laziale dovranno redigere un piano di attuazione delle misure e sulle modalità di erogazione delle visite e degli esami fuori soglia. Il tutto dovrà avvenire entro 20 giorni dalla notifica della delibera regionale, ossia entro la fine del mese. Nel piano dovranno essere indicati l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive, l’attività libero-professionale intramuraria attraverso il ricorso al sistema privato accreditato. Ogni ente cui andranno i fondi dovrà, inoltre, entro 45 giorni, programmare le disponibilità delle agende per le prestazioni fuori soglia da recuperare, mentre per i ricorsi ai privati accreditati al sistema sanitario regionale, le aziende sanitarie competenti per ciascun territorio, dovranno avere un proprio budget specifico.