Fate chiasso.

Alla prima uscita nella sua America, papa Francesco rivolse questo invito a milioni di giovani che lo festeggiavano a Rio.
Non rumore. Chiasso. Insomma, fatevi sentire. Impegnatevi. Non passate inosservati. Fate la differenza. Che, detto da un gesuita, significa anzitutto studiate, studiate, studiate.
"Fate chiasso" vale anche per quelli che si fanno i fatti loro a casa loro come se abitassero su Papalla e si ostinano a non vedere torti e ingiustizie che avvengono sulla porta di casa loro.
Ieri era Pasqua. Sul giornale c’era la notizia, confermata, che in Israele un palestinese è morto e risorto dopo tre giorni, mischiata a stupri, omicidi, rapine, corruzione, speculazione e ruberie di vario genere in varie parti del mondo, chiese comprese. A Gesù Risorto in pochi (sempre meno) hanno badato.
Perché il Demonio sui social comanda lui, anche se non si è mai fatto un selfie.
Dunque, fate chiasso. Annunciate la Resurrezione. Ma non sui social. Al lavoro, a scuola, per strada.
Quell’uomo che oggi alle 7:55 è spirato a Roma nella casa di Santa Marta indossava la croce di Cristo, il dolore degli ultimi “in un mondo che cade a pezzi”.
Ora fate chiasso.
Si chiamava Jorge Mario Bergoglio.
Ma in tanti lo conoscevano come Francesco.

Fabio Angeloni