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Una settimana. È il tempo che intercorre da oggi all’apertura di San Pellegrino in fiore 2025. Un conto alla rovescia caratterizzato dalle polemiche sulla promozione dell’evento che definire sottotono sarebbe un eufemismo. Su Roma il Comune sta pubblicizzando la kermesse florovivaistica, da martedì 22 aprile, con l’affissione di manifesti di varie dimensioni, dalla grafica piuttosto minimal e di scarso impatto visivo. Così come piuttosto minimalista appare l’impatto “fisico” considerando che per promuovere l’iniziativa viterbese, che abbellirà dal primo al 4 maggio, il più grande quartiere medievale d’Europa saranno affissi 300 manifesti: 250 di dimensioni 100 per 140 centimetri e 50 da 200 per 140. Una campagna pubblicitaria della durata di dieci giorni, importo di spesa meno di mille euro. Per l’esattezza 977,68 euro.
Aspre le critiche che piovono sull’amministrazione Frontini dalle forze di opposizione in merito alla promozione della manifestazione. «San Pellegrino in fiore, ostaggio dell’improvvisazione» stigmatizzano il gruppo consiliare e il circolo viterbese di Fratelli d’Italia. «Alla vigilia dell’edizione 2025 di San Pellegrino in Fiore, una delle manifestazioni più importanti per il turismo e il commercio di Viterbo, l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Chiara Frontini si distingue per la totale assenza di programmazione e promozione. A pochi giorni dall’inizio dell’evento, non è stato ancora presentato un calendario ufficiale né avviata una campagna di comunicazione adeguata. Ed è piuttosto insolito, visto che per la manifestazione è stata stanziata una cifra importante, ovvero 180mila euro: ci auguriamo quindi sia prevista un’adeguata promozione di cui, tuttavia, ad oggi, non c’è alcuna traccia. A meno che l’amministrazione ritenga sufficienti 300 manifesti affissi a Roma e un investimento di poco più di mille euro per promuovere un evento che ha potenzialità straordinarie per Viterbo» ironizzano. Per i meloniani si è «di fronte all’ennesima scelta devastante di un’amministrazione che continua a dimostrare incapacità nella programmazione e nella gestione delle risorse pubbliche. La mancanza di una strategia chiara e di una visione condivisa mette in difficoltà non solo i cittadini, ma anche gli operatori economici e turistici che contavano su San Pellegrino in Fiore per rilanciare le proprie attività. È inaccettabile che un evento di tale rilevanza venga gestito con tanta superficialità». «La responsabilità politica di questa situazione - proseguono - ricade interamente sull’amministrazione comunale, che dimostra ancora una volta la propria incompetenza nel governare la città».
«È tempo di voltare pagina - affermano concludendo - e di affidare la guida della città a chi ha davvero a cuore il suo sviluppo e la valorizzazione delle sue eccellenze. Come Fratelli d’Italia continueremo a denunciare queste scelte superficiali e a lavorare per costruire un’alternativa fondata su competenza, visione e rispetto per il denaro dei viterbesi».
Ancora più secco l’attacco sferrato dalla Lega che tuona: «Città ridicolizzata, incapacità a pubblicizzare San Pellegrino in Fiore pure a casa propria». A una settimana dall’avvio di San Pellegrino in Fiore, «manifestazione del costo di 180mila euro», gli esponenti del partito di Salvini chiedono all’amministrazione Frontini, «a parte la solita, stucchevole manfrina social, che promozione fino ad oggi è stata messa in piedi, per far sì che l’ingente investimento abbia un ritorno monetario e di immagine adeguato per il territorio. Ma veramente la giunta civica pensa di promuovere un evento oltre trentennale che connota l’identità cittadina e che ha sempre esercitato negli anni un grande attrazione turistica, con locandine da far girare sui social e una manciata di manifesti dell’ultimo minuto su Roma? O anche stavolta l’amministrazione Frontini pensa di campare di rendita (di nuovo) sulle spalle di un evento che, grazie alla notorietà guadagnata nella sua lunga storia, è ancora in grado di richiamare pubblico anche a fronte dell’inerzia degli amministratori in carica?».
«Attenti, però: - ammonisce la Lega - anche le rendite prima o poi finiscono. La città è stata nuovamente ridicolizzata dalla totale inadeguatezza di chi la sta amministrando: chi è venuto a Viterbo per il ponte di Pasqua si è trovato di fronte totem di due metri con i cartelloni del Natale a via Marconi e quelli del Carnevale a piazza della Rocca e all’ascensore di Valle Faul, perché in tutti questi mesi non si è nemmeno stati in grado di togliere dei semplici manifesti. Roba che se fosse accaduta con qualcun altro al governo cittadino, l’attuale sindaco Frontini avrebbe eretto tribunali e patiboli in piazza per ‘processare’ mediaticamente gli incapaci che “fanno del male alla città”, come dice lei».
Puntualizzando che «noi crediamo che la politica sia una cosa seria e che il governo civico l’unico ‘salto’ che è riuscito a far fare alla città è all’indietro, se pensiamo che non sono nemmeno riusciti a pubblicizzare San Pellegrino a casa nostra, sostituendo semplicemente i cartelloni del Natale e del Carnevale con quelli dell’evento dei primi giorni di maggio. Probabilmente la giunta era impegnata a fare altro, tipo l’ennesimo taglio del nastro, stavolta a un info point che nemmeno può dirsi ancora aperto, come ha dimostrato la chiusura durante il ponte di Pasqua e Pasquetta. Ma che fretta c’era? L’annuncite di questa amministrazione - stigmatizzano dal Carroccio - sta diventando talmente ‘patologica’ che non può aspettare. Basta annunciare, per stare subito meglio, pure se non c’è nulla da dire».