LADISPOLI - Spostare la spiaggia inclusiva inaugurata la scorsa estate a Palo da un'altra parte, magari nei pressi di Torre Flavia. Il motivo? La vicinanza, a Palo, del fosso Sanguinara, sul quale vige un divieto di balneazione che insiste, secondo quanto stabilito da Arpa Lazio, 250 metri a destra e a sinistra del fosso stesso. La spiaggia in questione sarebbe troppo vicina agli argini del Sanguinara e dunque metterebbe a rischio la sicurezza, in termini di salute, dei bagnanti. In questo caso dei diversamente abili.

A presentare la mozione - bocciata dalla maggioranza del sindaco Grando - i consiglieri Roberto Garau (primo firmatario), Daniela Ciarlantini, Gianfranco Marcucci e Fabio Paparella. Nella mozione discussa durante l'ultima assise cittadina, i consiglieri evidenziano anche come ad "agosto 2024, in seguito a prelievi effettuati dall’Arpa, la Regione Lazio ha emesso ulteriori divieti di balneazione su alcuni tratti della costa laziale, inclusi quelli situati alle foci dei fossi Sanguinara e Vaccino a Ladispoli, in quanto considerati potenzialmente pericolosi per la salute dei bagnanti". Da qui la proposta di spostare tutto da un'altra parte. Tra le location suggerite dai consiglieri c'è quella del "tratto di arenile nelle vicinanze di Torre Flavia, che risponde meglio ai requisiti di sicurezza e accessibilità. Questa area presenta caratteristiche favorevoli come una maggiore facilità d’uso per le sedie Job e una profondità dell’acqua adeguata, oltre a non essere soggetta a divieti di balneazione".

«Si tratta di un divieto preventivo», è tornato a ribadire il consigliere delegato al Demanio marittimo, Pierpaolo Perretta difendendo l'operato dell'amministrazione e la bontà della location individuata. In pratica, come spiegato dal consigliere di maggioranza, nell'area che va dal Sanguinara al Vaccina, da anni, esiste un divieto di balneazione (che si estende poi a 250 metri a destra e a sinistra dei fossi) che però non si baserebbe su analisi recenti delle acque in questione. Perretta evidenzia anche come il divieto «può arrivare fino a 250 metri». Ossia, quel numero «è il massimo». «Lasceremo lì quella spiaggia, come lasceremo le altre concessioni balneari», ha incalzato. Replica che però non è piaciuta ai membri dell'opposizione che hanno tenuto ad evidenziare come i fiumi, in questo caso il Sanguinara e il Vaccina, siano «incontrollabili»: «Nei 15 km prima di arrivare a mare - ha posto l'esempio il consigliere Crescenzo Paliotta - potrebbe verificarsi uno sversamento», che di conseguenza andrebbe ad impattare proprio il tratto costiero ladispolano. Una situazione che, dunque, per la minoranza, giustifica la presenza dei divieto ai margini dei fossi, onde evitare problemi alla salute dei bagnanti.

«È stata realizzata con i fondi della Regione Lazio - ha evidenziato il sindaco Alessandro Grando, difendendo l'operato della sua amministrazione e la volontà di non accettare la richiesta dei colleghi d'opposizione - lo stesso Ente (la Regione, ndr) che pone la balneabilità sulle spiagge. Quando abbiamo partecipato al bando e inaugurato la spiaggia, la Regione era cosciente di dove la stavamo posizionando e non ci sono state date prescrizioni». Insomma: la spiaggia inclusiva resterà al suo posto.