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Il bando per la cessione del 40% delle quote Talete ai privati, la cui uscita era prevista entro fine gennaio, slitterà di qualche settimana. La notizia è emersa durante la seduta comunale di ieri, durante la quale il parlamentino di Palazzo dei Priori era stato chiamato a deliberare sulla ricognizione periodica delle Partecipate.
«Un atto di ricognizione sull’assetto finanziario delle partecipazioni pubbliche che, per obbligo di legge, va presentato ogni anno» ha spiegato l’assessore Elena Angiani come introduzione ai dati tecnici.
Il Comune di Viterbo ha partecipazioni in 5 società, di cui tre in liquidazione: il Siit per il 48% delle quote, la Robur al 75% - entrambe hanno gestito il servizio idrico prima dell’avvento di Talete - e la società consortile che si occupava di parcheggi al 10%. Operative invece le altre due. Francigena, partecipata dal Comune al 100%, e Talete di cui detiene il 21,48 percento di quote. Per quanto riguarda la Spa idrica «avendo espresso a novembre 2023 la volontà di cedere il 40% delle quote ai privati e visto che si sta predisponendo la gara, l’unica incognita - ha sottolineato Angiani - è rappresentata dal capire se il 10% delle quote in capo alla Provincia sarà ridistribuito tra i Comuni o se l’ente intende mantenerle». La titolare delle Partecipate ha anche anticipato che «l’uscita del bando per l’ingresso dei privati prevista entro fine gennaio slitterà di qualche settimana».
In merito alla ridistribuzione delle quote attualmente in possesso della Provincia, il capogruppo Pd Alvaro Ricci ha osservato che «sarebbe opportuno capire l’impatto che comporterà la maggiorazione della ripartizione delle quote sul Comune».
Angiani è quindi passata a rendicontare su Francigena ricordando che «dei 15 obiettivi fissati nel piano di risanamento ne sono stati raggiunti 12, ne mancano tre tra cui quelli relativo al trasporto pubblico locale in quanto la Regione ha prorogato la decisione sull’unità di rete a luglio». Ha quindi condiviso con una certa soddisfazione gli esiti di una relazione, stilata da un consulente esterno, sui dati dei bilanci dal 2021 al 2023, da cui si evince «la stabilità economica e la solvibilità di Francigena negli ultimi 36 mesi». Soddisfazione però di breve durata, perché i gruppi di opposizione sono entrati a gamba tesa.
A iniziare dal leghista Andrea Micci, il quale focalizzando l’attenzione sulla rinuncia al credito da 960mila euro che il Comune vanta nei confronti di Francigena e che l’amministrazione ha deciso di lasciare nelle casse della partecipata, ha chiesto di «capire da cosa è composta tale somma e l’impatto che la rinuncia del credito avrà sul bilancio comunale». E in merito ai risultati positivi emersi nella relazione sull’affidabilità creditizia e sulla solvibilità della società, con tono sarcastico ha affermato: «Di certo il credito di circa 1 milione di euro ha aiutato». L’impressione di Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, è che «l’intero operato dell’amministrazione si avviti su Francigena, arrivando a sacrificare circa 1 milione di euro spettanti al Comune». Più lapidario il commento del dem Ricci: «Fare utili con i soldi degli altri non è complicato. Vorrei che la società camminasse di più con le proprie gambe perché, nonostante i generosi interventi comunali, non mi pare che gli utili siano così alti». Sulla ripatrimonializzazione di Francigena, a fronte dei 960mila euro “condonati” dal Comune, l’assessora Angiani si è riservata di fornire risposta scritta. Messa a votazione la delibera è passata a maggioranza con il voto contrario di Fratelli d’Italia, Pd e Lega mentre Chiatti e Bruzziches del gruppo misto sono usciti dall’aula. Via libera all’unanimità invece alla proposta, che vede come primo firmatario il presidente del consiglio Marco Ciorba, all’intitolazione di un luogo pubblico a Nello Celestini, nel decennale della sua morte. Spazio che sarà individuato nel quartiere Pilastro, dove risiedeva.