Il magnifico rettore dell’Università della Tuscia Stefano Ubertini è in carica dal 1° novembre 2019.

Classe 1974 rappresenta un vento nuovo nel mondo accademico viterbese avendo puntato da subito su innovazione ed investimenti nella comunicazione digitale e multimediale dell’Ateneo e su stretti contatti col mondo imprenditoriale per le esperienze sul campo degli studenti.

Ubertini, nato a Perugia ma con origini viterbesi, è stato dal 2004 al 2007 ricercatore a “Tor Vergata” nei sistemi per l’energia e ambiente, dal 2007 al 2012 professore associato all’Università di Napoli e, dal 2012 all’Unitus per diventare, dal 2015, professore ordinario di termodinamica applicata, macchine a fluido, energia e servizi industriali.

«Viterbo è sicuramente una città universitaria che cresce con l’Ateneo che, non dimentichiamoci, l’anno prossimo compie 45 anni – dice Ubertini – che non è un tempo lunghissimo in termini universitari.

Abbiamo aumentato il numero di studenti stranieri e fuori sede e, quindi, questo aumenta la pressione sulla necessità di infrastrutture e disponibilità di alloggi per cui stiamo lavorando con tutte le istituzioni del territorio per migliorare la permanenza degli studenti».

Il Rettore è consapevole del ruolo-traino dell’Unitus nella Tuscia malgrado «la burocrazia che in Italia è importante e i cittadini vorrebbero subito i risultati ma non sempre ci si riesce.

Stiamo comunque lavorando in stretta sinergia con il Comune di Viterbo: abbiamo stilato una convenzione ed a breve apriremo un locale in centro destinato all’Università, stiamo collaborando per i piani di sviluppo della città e, in particolare, in un progetto che ci dirà come sarà Viterbo tra 50 anni. Sono soddisfatto».

Facendo un bilancio dal suo insediamento il Rettore spiega che «da subito abbiamo lavorato con i Dipartimenti e tutta la comunità accademica in due direzioni: aumentare il numero globale di studenti, soprattutto fuorisede e stranieri, con un preciso programma di internazionalizzazione che oggi porta centinaia di studenti da noi.

Abbiamo istituito corsi in lingua inglese ma anche in altri Paesi di quella italiana. Oggi il 7% di chi si iscrive è straniero, la metà nei corsi di laurea in inglese e l’altra in italiano».

Sulla ricerca Ubertini chiarisce che «da sempre siamo un ateneo ad alta intensità di ricerca: io sono arrivato già con basi importanti ed i fondi Pnrr hanno dato grandi opportunità. L’Unitus è entrata in due centri nazionali, l’Agritech in cui siamo anche spoke nella zootecnia, ossia uno dei 7 poli più importanti d’Italia, ed il centro nazionale sulla biodiversità. Quindi siamo protagonisti nel mondo dell’innovazione definito ron tecnopol in cui la nostra Università è centrale. Dal 2019 ad oggi abbiamo vinto tantissimi progetti di ricerca, raddoppiando le entrate. L’Unitus, negli ultimi anni, è sempre tra i primissimi in Italia per rapporto tra fondi esterni e fondi governativi: siamo una posizione sotto il Politecnico di Milano ed uno sopra quello di Torino». Sull’integrazione con il territorio il rettore è chiaro: «Il lavoro è stato continuo ma sono processi che richiedono anni: siamo presenti in tutte le scuole, organizziamo eventi con tutte le istituzioni locali, senza dimenticare la collaborazione con Aeronautica ed Esercito con corsi collaudati ed uno nuovo che è quello di manutentori di aeromobili, l’unico in Italia e che si fa con la nostra università».

Sulla connessione col mondo del lavoro Ubertini sottolinea che: «I cambiamenti sono rapidi e noi collaboriamo e formiamo cittadini del mondo. Abbiamo avviato tre lauree professionalizzanti in produzione sementiera vivaismo, zootecnia e bioedilizia, che al terzo anno prevedono per tutti il tirocinio mediante convenzioni con le imprese del territorio. Alma Laurea certifica che i livelli occupazionali di chi esce da noi è molto alto per l’offerta plurima dell’Unitus».