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Cantiere aperto a metà gennaio, lavori conclusi in tempi brevi: 4 mesi.
Dopo un massiccio intervento durato 120 giorni, in cui la ditta Ciorba prima di iniziare i lavori di recupero si è dovuta occupare anche di ripulire l’area da anni abbandonata a un degrado totale e ricettacolo di rifiuti di ogni genere - tra cui una lavatrice - l’antico lavatoio di via Signorelli è tornato all'antico splendore.
Il progetto, definito di manutenzione straordinaria, in realtà è stato un intervento di recupero e di un attento lavoro di restauro.
«Abbiamo restituito un piccolo angolo di patrimonio alla città» ha dichiarato l'assessore ai Lavori pubblici Stefano Floris ricordando lo stato in cui versava la struttura.
«Pericolosissimo e fatiscente con il solaio puntellato».
Ha poi ringraziato il suo predecessore, l'ex assessore Laura Allegrini, per il progetto e il precedente esecutivo comunale per l’accantonamento delle risorse necessarie.
«Un piccolo angolo che si ricollega al progetto di riqualificazione di San Faustino, via Maria Ss Liberatrice e la Trinità. Conosciamo le problematiche di degrado della zona, - ha aggiunto - e anche questo intervento va nella direzione giusta per risollevare le sorti del quartiere».
Il rischio che il lavatoio torni a essere luogo di degrado e di bivacco dovrebbe essere scongiurato sia dal fatto che presto sarà illuminato, l’impianto è già predisposto, sia da un possibile cancello, oltre a misure di dissuasione per i piccioni.
Predisposto anche l’alloggiamento per il ricircolo dell’acqua nella vasca in pietra.
Per la sindaca Chiara Frontini «un intervento splendido che restituisce un pezzo di storia alla città. Il recupero di un simbolo perché il lavatoio è legato alla storia della società viterbese».
Evidenziando la celerità di «un intervento importante eseguito in 4 mesi» è tornata a rimarcare che «prendere fondi e stanziarli è un merito ma poi serve la voglia e la costanza per mettere a terra il cantiere. Abbiamo visto spesso interventi rimasti incompiuti e progetti mai iniziati».
Come nel caso delle ex scuderie di Sallupara. «L’auspicio è che, dopo il lavatoio, anche la ferita di Sallupara sarà sanata a breve, visti anche i tempi stretti, con i fondi del Giubileo».
La prima cittadina ringrazia poi «chi ha pensato il progetto del lavatoio e chi l’ha realizzato in un quartiere su cui la nostra amministrazione si sta spendendo molto. Con una concentrazione di iniziative per far tornare San Faustino centrale nell’ecosistema cittadino».
«E il lavatoio è la pietra centrale del disegno. Uno spazio non solo da contemplare ma da rendere vivo con la socialità dei tempi moderni» ha chiosato.
Ombretta Ciorba, in rappresentanza della ditta che ha realizzato l'intervento, si è detta «orgogliosa del lavoro svolto» spiegando, tra l’altro, che per l’opera di recupero e restauro che ha interessato mura, pilastri e la copertura del tetto sono stati sufficienti e adoperati i materiali originari della vecchia struttura.
Sollecitato in merito alla seconda fase del precedente progetto che, come spiegato da Laura Allegrini, prevedeva «l’esproprio del piccolo terreno in fondo a via Signorelli e l'abbattimento del muretto per rendere visibile la torre pentagonale» - e su cui la capogruppo di Fratelli d’Italia ha annunciato la presentazione di un emendamento nell’avanzo di bilancio - l’assessore Floris ha ammesso che «al momento non è stato valutato».