«Nel 2025 lanceremo un progetto strutturale che parla con i sindaci e le amministrazioni per venire incontro alle esigenze delle attività del centro storico per combattere l’attuale desertificazione commerciale». Lo ha detto il presidente della Confesercenti di Viterbo Vincenzo Peparello, ieri, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno dedicata alle tendenze sui consumi del Natale in provincia di Viterbo. L’indagine è stata curata dal Cat Confesercenti della provincia di Viterbo e Cescot elaborando i dati sull’osservatorio del commercio e del turismo di Confesercenti nazionale, Ipsos e Cst. «I dati non sono assoluti ma vanno sempre presi con cautela - ha detto Peparello - l’ultima settimana di acquisti diventa cruciale. Dalla pandemia in poi c’è stato un cambiamento nel modo di porsi rispetto ai consumi e ai viaggi: abbiamo ribadito sempre la valenza della programmazione negoziata e di un brand territoriale. I bandi, europei e regionali, ormai, fanno sempre riferimento al partenariato pubblico-privato: insieme a enti pubblici e altre associazioni abbiamo fatto i progetti Psr con i 4 Gal della provincia di Viterbo (Alto Lazio, Monti Cimini, Valle del Treja e Tuscia Romana) per complessivi 17 milioni di euro». Vincenzo Peparello ha esaminato i risultati della concertazione che sta permettendo, alla Tuscia, di portare a casa fondi essenziali per rispondere all’abbassamento dei consumi e alla desertificazione dei centri storici. Nell’indagine il 31% degli intervistati ha dichiarato di acquistare i regali da internet, il 27% nella grandi strutture di vendita, il 23% nei piccoli negozi e il 14% nei mercatini, mentre il 5% non fa regali. Tra i regali più gettonati ci sono l’abbigliamento-accessori-calzature, quindi i libri, il cibo e i vini e i prodotti tecnologici (in cui il pc portatile prevale negli acquisti).L’84% degli intervistati preparerà un piatto tipico di Natale, tra questi prevalgono i cannelloni, la stracciatella, la pasta al forno, le lasagne e i tortelli tra i primi (38%) e, tra i secondi, l’agnello, il consiglio, il pollame, il bovino e il suino (18%). A Capodanno il 74% non farà una vacanza e, chi andrà, per il 74% si sposterà in Italia e il 26% all’estero. La notte di San Silvestro sarà passata per il 37% in famiglia, per il 35% con il partner, per il 21% da amici, il 5% in solitudine e il 2% in gruppo. L’aggettivo che caratterizza il Natale 2024 è “speranzoso” per il 47% degli intervistati, “sfiduciato” per il 22%, “rassegnato” per il 18%, “preoccupato” per l’8% e il 5% non si esprime. Infine, per le aspettative del Natale 2024 sul 2023 il 48% se lo attende uguale, il 23% migliore, il 29% peggiore. «Tutti i progetti Pnrr e di sviluppo economico – ha continuato il presidente Confesercenti – si basano sulla concertazione pubblico-privato. Ricordo i 30 milioni di euro per Trevinano e altri 6 progetti da 1,5 milioni ciascuno per altri 6 Comuni della Tuscia. Nell’ottica della collaborazione pubblico-privato sono nate le 31 reti d’impresa con 100 mila euro ciascuna per lo sviluppo territoriale e 7 Dmo per un milione e 400 mila euro di fondi». Peparello critica le amministrazioni comunali di Viterbo che si sono succedute per «non avere fatto approvare un Piano regolatore vecchio di 50 anni e altri piani essenziali come quello del commercio, di urbanistica commerciale e dei trasporti: oggi si lavora senza un ordine complessivo. Negli ultimi 5 anni in Italia hanno chiuso 26 mila imprese soprattutto di vicinato e del food. Le tredicesime e gli accordi salariali hanno portato a un aumento delle vendite ma perché sono aumentati i prezzi, non perché il commercio va meglio, poi si torna al risparmio e i soldi servono per pagare debiti, bollette e mutui». Tra le caratteristiche della spesa per il 2024 c’è quella «della vendita online anche per i negozi di vicinato – dice ancora Peparello – ed è un segnale positivo il terzo posto degli acquisti per i prodotti tipici locali da mangiare mentre la spesa del cibo di tutti i giorni cresce solo quella dei discount. Il 76% delle catene alimentari è in mano agli stranieri: serve la richiesta all’Europa della tutela del made in Italy e delle nostre produzioni d’eccellenza». Sulle polemiche al Comune di Viterbo sulla tassa di soggiorno Peparello dice che «non siamo contrari, il decreto permette l’aumento, ma questa è una tassa di scopo e va reinvestita sul turista: abbiamo chiesto un regolamento su questo. Eventi come Buy Lazio e Visituscia puntano alla destagionalizzazione del turismo: 14 anni la Tuscia faceva 580 mila presenze, oggi 2 milioni, ma ci sono zone della Toscana che, da sole, fanno questi numeri. Alle imprese non interessano più presenze ma maggiore fatturato e quindi maggiore permanenza e spesa. Solo così si contrasta la desertificazione dei centri storici».