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«Il blitz animalista di Acquapendente è un’azione deprecabile, un gesto da condannare con fermezza. Esprimo la mia piena solidarietà alla Ilco e all’imprenditore Piero Camilli». Il consigliere regionale Giulio Zelli, presidente della commissione Agricoltura e Ambiente della Regione Lazio, commenta l’occupazione del mattatoio in provincia di Viterbo, dove 35 animalisti, vestiti di nero e incappucciati, si sono introdotti abusivamente all’interno della struttura tra martedì 15 e mercoledì 16 aprile.
«Apprendo dalla stampa - prosegue Zelli - che il titolare dello stabilimento, Piero Camilli, avrebbe sporto denuncia per il furto di 21 agnelli a seguito del blitz. Ritengo che un fatto del genere, se confermato, sarebbe gravissimo. Azioni scellerate come quella di Acquapendente non c’entrano nulla con la causa animalista e rientrano nella delinquenza. Difatti le forze dell’ordine, che ringrazio per il pronto intervento, hanno denunciato i militanti del collettivo 269 Libération Animale per occupazione, resistenza e ipotesi di furto, emettendo il foglio di via da tutta la provincia per periodi variabili da 3 a 5 anni a causa dei precedenti pendenti su alcuni di loro. Occorre rispetto per le imprese e i lavoratori che operano nel settore della commercializzazione di carne. Ilco rappresenta un’eccellenza viterbese e italiana, essendo tra le principali aziende specializzate in Europa, ed è promotrice di un sistema di produzione sostenibile che ridistribuisce ricchezza su tutto il territorio, dando lavoro a migliaia di persone e famiglie. La Regione Lazio - conclude il presidente - è impegnata attivamente nel contrastare fenomeni d’illegalità nei siti di allevamento e macellazione, una battaglia seria che l’amministrazione Rocca, grazie all’impegno dell’assessorato all’Agricoltura guidato da Giancarlo Righini, sta portando avanti finanziando interventi che consentano alle aziende di migliorare il benessere animale. Ricordo, a tal proposito, che la Regione ha destinato 14 milioni di euro per il bando “Benessere animale”, con il quale le imprese si impegnano ad utilizzare pratiche allevatoriali più sostenibili e più aderenti alle esigenze naturali delle specie allevate».
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