di TONI MORETTI



CERVETERI - Ancora avvolta dal mistero l’identità dell’uomo trovato cadavere nella parte posteriore, il versante che volge verso la Statale Aurelia del maxi centro commerciale che ospita il supermercato Coop a Cerenova.  L’uomo, avvistato da un passante che ha immediatamente avvertito i Carabinieri della vicina stazione di Campo di Mare era privo di documenti ed era morto da almeno dieci ore quando i militari coordinati dal comandante Ferraro intervengono sul posto e attivano i soccorsi necessari. Constatata la morte per arresto cardiocircolatorio in stato di ipotermia, la salma viene trasportata presso la camera mortuaria del cimitero di Cerveteri. L’uomo è di etnia indiana, di età apparente intorno ai trentacinque anni, probabilmente di passaggio a Cerenova che si spostava nell’area circostante essendo senza fissa dimora. E’ stato colto dal malore che lo ha portato alla morte mentre espletava bisogni fisiologici personali.  Sui social, a parte gli inevitabili commenti velati di una punta polemica che sfiora il becero, in verità pochissimi, traspare copioso invece un sentimento di umano dispiacere misto a una grande compassione per la sorte di un essere umano, giovane, demolito dalle difficoltà del vivere, dalle privazioni, ostaggio ed in balia della carità in una terra non sua lontano dai suoi affetti. Morto solo e di povertà in una città la cui amministrazione aveva urlato: “Non lasceremo indietro nessuno” e tanto rivendica sulla sua pagina Facebook il vice sindaco Giuseppe Zito che dice tra l’altro: «Mi sento di esprimere la solidarietà e la sofferenza dell’intera comunità per la prematura scomparsa di un cittadino del mondo che nella singolarità della sua storia è tristemente deceduto nella solitudine lasciando il suo cuore alla nostra città. Certo che ne sapremo far tesoro. Che non permetteremo a nessuno di morire di povertà». La speranza è che non sia quella che i denigratori, cinici e senza cuore, potrebbero definire la solita “Marchetta Attoriale”.