di FLAVIA BAZZANO
CIVITAVECCHIA - Da studentessa modello a prima donna italiana a capo di un'azienda americana quotata al Nasdaq. Il 17 febbraio scorso Federica Marchionni, Presidente di Dolce&Gabbana Usa dal 2011 lascia l’azienda per assumere l’incarico di amministratore delegato di Lands’ End, azienda americana di abbigliamento che conta 5000 dipendenti e un miliardo e mezzo di dollari di fatturato. Entusiasti i pareri di chi, come la giornalista Kate Betts, vede nella decisione dei vertici di Lands’End la volontà di impreziosire, attraverso l'esperienza di alta moda e di management della nuova Ceo, un brand specializzato in outware e capi destinati al consumatore medio. Sembrerebbe improbabile, eppure la luminosa carriera di questa manager di successo è iniziata con i traguardi scolastici conseguiti proprio a Civitavecchia, sua città natale.
Nel 1990 Federica, allora residente a Santa Severa, si diploma presso l’istituto Baccelli riportando una valutazione di 60/60. Col passaggio all’università poi, quello che era stato un inizio promettente si rivela un percorso tutto in ascesa: nel 1995 arriva la laurea con lode in Business Administration and Management presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e i successivi studi in Francia e Inghilterra le forniscono un biglietto da visita che le permette di ottenere impieghi in alcune prestigiose società. Già nel ’96 è Brand Manager alla Samsung, per poi passare a Philips ed Ericsson. Segue poi il primo incarico alla Dolce&Gabbana Usa e quello in Ferrari dove ricopre il ruolo di vicepresidente Senior. Oggi, a 43 anni, Marchionni può vantare uno straordinario percorso lavorativo che, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non l’ha obbligata a rinunciare a costruirsi una famiglia. In occasione della sua ultima, prestigiosa, nomina abbiamo raccolto l’affettuoso ricordo di lei del suo professore di ragioneria Fernando Santantonio.
"Era una ragazza combattiva, che qualche volta contestava i voti che le assegnavo – racconta Santantonio – ma quando ha capito che quello che facevo era solo per spronarla si è creato tra noi un bellissimo rapporto professionale e umano. La vera svolta l’ha avuta l’ultimo anno in cui si è vista tutta la sua ambizione. L’ho rivista anche dopo il diploma, veniva a trovarmi e a chiedermi consigli, e l’ho vista serena e sicura di sé. Se potessi incontrarla adesso le chiederei che cosa pensa del sistema bancario mondiale e, se possibile, di adoperarsi perché le imprese non abiano come scopo solo il lucro".