Cala di nuovo l’ombra della camorra in città e nel territorio. Quattro delle dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea nell’ambito dell’operazione denominata ‘‘Emergency’’ a carico di esponenti del clan camorristico Gallo-Cavalieri sono state eseguite all’alba dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia in collaborazione con i militari del Nucleo Operativo di Castello di Cisterna e della compagnia di Torre Annunziata.
Nel blitz sono finiti in manette i due figli di Pasquale Gallo, capo storico dell’omonimo clan camorristico torrese e già detenuto, Romualdo Rosario e Luigi, di 26 anni e il loro cugino 24enne, anche lui di nome Luigi. I due fratelli sono stati arrestati presso un noto hotel civitavecchiese mentre il terzo giovane è stato prelevato in un albergo di Ladispoli.
Una quarta ordinanza è stata emessa a carico di Natale Cherillo, di Torre Annunziata già in carcere in seguito al blitz della Dda di Roma del 16 giugno scorso che aveva portato all’arresto di 11 persone fra cui Stefano Branco, fratello dei pugili Silvio e Gianluca, e il pugile Pietro Aurino, anche lui torrese.
Per tutti l’accusa ipotizzata dal Gip napoletano è di associazione per delinquere finalizzata al traffico di armi, omicidio e possesso di armi.
Proprio giovedì sera Romualdo Rosario Gallo si era sposato a Ladispoli all’interno di una villa e poi lui, la neo moglie e il fratello avevano trascorso la notte a Civitavecchia. Sempre a Ladispoli è stata inoltre effettuata una perquisizione all’interno di un’abitazione dove vivevano dei familiari degli arrestati.
A quanto sembra i tre erano arrivati da Torre Annunziata da tre giorni evidentemente per la celebrazione del matrimonio di Romualdo Rosario. L’operazione ‘’Emergency’’, secondo quanto riferisce la Dda di Napoli, è nata dalla necessità di fermare l’escalation di omicidi avvenuti a Torre Annunziata negli ultimi mesi e dovuti alla guerra tra il clan Gallo-Cavalieri e il clan Gionta.
Sempre secondo gli inquirenti i tre esponenti della famiglia arrestati a Civitavecchia e Ladispoli, si rifugiavano nel nostro territorio quando si acuiva il conflitto.
E proprio qui avrebbero collegamenti con la malavita locale, già peraltro evidenziati nella precedente operazione dell’antimafia di Roma, strettamente collegata a questa. E proprio a Civitavecchia e nel territorio si stanno concentrando ulteriori ed approfondite indagini.
I tre Gallo sono stati associati al carcere di Borgata Aurelia a disposizione del magistrato.