TARQUINIA – Il sostituto procuratore di Civitavecchia Roberto Savelli ha chiuso le indagini su un presunto giro di denaro che sarebbe avvenuto all’interno dell’ospedale di Tarquinia. Soldi in cambio di falsi referti necessari a chiedere ingenti rimborsi alle assicurazioni che in realtà non sarebbero stati dovuti.

Un caso di presunte corruzioni e truffe sulle quali ha indagato la Polizia del Commissariato di Tarquinia che si è avvalsa di attività di osservazione portate avanti con intercettazioni telefoniche e riprese video con telecamere piazzate all’interno degli ambulatori di Diagnostica per immagini degli ospedali di Tarquinia e Civita Castellana.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il vetrallese Pasqualino Catanea procurava “clienti” da presentare al Primario del reparto di Radiologia, dottor Paolo Cardello, molto stimato nel territorio, il quale si sarebbe reso disponibile a firmare referti talune volte falsi, che certificavano cioè danni gravi o permanenti in capo alla vittima (o finta tale) di un incidente (vero o finto), la quale quindi, grazie alla compiacenza del dottore, riusciva ad incassare un consistente risarcimento in denaro per il danno subito.

Secondo l’accusa, il dottor Cardello firmava quindi radiografie, tac e risonanze magnetiche a seguito di incidenti in parte e o del tutto inventati. Referti di condizioni di salute gravi o irreversibili che però, secondo il materiale sequestrato dalla Procura di Civitavecchia, non sarebbero corrispondenti alle reali immagini rilevate nel corso dell’esame diagnostico.

Secondo quanto appreso, i filmati avrebbero immortalato in alcuni casi Catanea che passava una busta bianca al medico che subito provvedeva a nasconderla. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di passaggio di denaro. Secondo l’accusa 300 euro a refertazione.

I due, secondo l’accusa, sarebbero stati complici anche per eludere le liste d’attesa: Catanea segnalava un paziente al medico e nel giro di 24 ore l’esame diagnostico veniva eseguito.

In tutto al momento sarebbero undici le persone indagate, tra queste anche le persone che avrebbero usufruito delle prestazioni di Catanea. Da parte sua il dottor Cardello avrebbe sottolineato di avere con Catanea solo rapporti professionali e non di amicizia e di aver affidato tutto ai suoi avvocati. Il medico ha anche sottolineato che l’utilizzo dei suoi referti non è di sua competenza: «Non posso controllare cosa ne viene fatto successivamente».

Presunzione di innocenza: Per indagato si intende una persona nei confronti della quale vengono svolte indagini preliminari in un procedimento penale. Nel sistema penale italiano vige la presunzione di innocenza, fino al terzo grado di giudizio, che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana, secondo il quale una persona “Non è considerata colpevole sino alla condanna definitiva”. La direttiva europea n 343 del 2016, recepita con la legge delega n 53 del 2021 stabilisce che "nessun indagato possa essere considerato come colpevole prima che nei suoi confronti venga emessa una sentenza di condanna".

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