CIVITAVECCHIA – «Nonostante tutte le iniziative, le rassicurazioni, la spirale di violenza nei confronti degli operatori sanitari non si ferma e questo significa che le misure messe in campo non sono ancora sufficienti a prevenire le aggressioni negli ospedali. Bene le manifestazioni di solidarietà ma ora servono fatti concreti». Così all’Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, interviene su quanto accaduto all’ospedale San Paolo di Civitavecchia dove, nella notte tra giovedì e venerdì al Pronto soccorso, sono stati aggrediti un medico e un’infermiera.

«Certo, nessuno immagina di sradicare completamente la violenza dalla nostra società che ha perso tanti riferimenti etici - sottolinea Anelli - però è un dovere di tutta la nostra società tutelare i lavoratori garantendo loro il massimo della sicurezza, e sicurezza significa prevenire la violenza. Come? Con misure che possono essere adottate dalle singole aziende sanitarie nei vari luoghi di lavoro; facendo in modo che le disposizioni previste dal decreto sulla violenza nei confronti degli operatori sanitari, cioè l’arresto in flagranza differita, possa essere realmente realizzato attraverso un’installazione di videocamere che riprendono l’accaduto e consentono poi agli agenti di pubblica sicurezza di svolgere la loro attività».

Infine, «potenziare la presenza della polizia nei luoghi in cui è necessario. Il ministro dell’Interno Piantedosi ha già fatto molto in questo senso, ha aumentato i posti di polizia - ricorda Anelli - però continuiamo ad assistere ad aggressioni con armi proprie ed improprie. E quindi il tema dell’accesso alle strutture sanitarie in assenza di armi è un tema che sinora non è stato ancora affrontato» conclude.