CIVITAVECCHIA – Un grido d’allarme arriva da Dimitri Vitali, ex assessore ai Trasporti, che denuncia un imminente pericolo per il servizio pubblico dei taxi locali. «Per caso, mentre usufruivo di un taxi a Roma, sono venuto a conoscenza di un accordo fatto non si sa da chi» afferma Vitali, spiegando che si tratterebbe di una delibera della giunta Gualtieri a Roma. «Qualora divenisse operativo, azzererebbe il nostro servizio pubblico dei taxi». Il fulcro del problema riguarda la liberalizzazione della tratta Roma-Civitavecchia, che secondo il nuovo accordo consentirebbe ai taxi della capitale e di Fiumicino non solo di portare passeggeri verso Civitavecchia, ma anche di caricarli direttamente nel porto, alla stazione o altrove per il viaggio di ritorno. «Fino a qualche mese fa, le vetture provenienti da fuori, in particolare da Roma e Fiumicino, portavano gli utenti a Civitavecchia e rientravano senza passeggeri - ha aggiunto Vitali - cercherò di capire nelle prossime ore cosa sta succedendo e ovviamente mi recherò personalmente al Ministero per far valere i diritti dei nostri taxi». La preoccupazione è condivisa anche dall’amministrazione comunale, che si sta muovendo per difendere la categoria. Il sindaco Marco Piendibene, con il supporto del consigliere Ismaele De Crescenzo, aveva pensato alla possibilità di ricorrere al Tar per impugnare la delibera di Roma; ma non essendo ancora entrata in vigore, come suggerito dall’Avvocatura del Comune, si dovrà attendere. Ma la situazione è tenuta sotto controllo. «Il Comune aveva intenzione di impugnare la delibera del Comune di Roma che determina la tariffa per la tratta Roma-Civitavecchia e viceversa - spiega De Crescenzo - proprio questo 'viceversa' va contestato, non essendoci alcun tipo di accordo di reciprocità». Nel frattempo si cercherà di convocare il coordinamento dell’area metropolitana per affrontare in modo strutturale la questione. La categoria dei tassisti locali è infatti sul piede di guerra, preoccupata per il rischio di una concorrenza ritenuta sleale, soprattutto considerando le norme che disciplinano la loro attività. «Nel nuovo regolamento si farebbe riferimento a questa delibera di giunta non ancora esecutiva e che però non prevede la reciprocità, mai chiesta e concordata con il comune di Civitavecchia per la tariffa unica» lamentano i tassisti locali. Oltre a ciò, viene contestata la mancata definizione di un bacino comprensoriale. «Non c'è neanche la definizione del bacino comprensoriale, eppure la tratta è pubblicizzata, al di fuori delle leggi nazionali – hanno concluso – in particolare la legge 21/92 che impone al taxi di partire dal proprio comune di appartenenza per espletare il servizio». 

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